Il Giorgio Panariello che non avevamo mai conosciuto
Giorgio Panariello ha pubblicato un libro davvero interessante, commovente che arriva diritto al cuore e che non ha niente a che vedere con l'immagine che abbiamo di lui, immagine proveniente da film e spettacoli. Struggente in particolare la parte iniziale quando Giorgio ritrova il fratello dove non avrebbe mai voluto vederlo e racconta con le seguenti parole:
“È lui? Nei film gialli, l'ispettore di polizia lo domanda subito dopo aver sollevato il telo e mostrato il viso della vittima. Invece all'obitorio nessuno me lo chiese. La risposta era nella carezza che gli passai sul viso, finalmente in pace, o nel bacio che gli appoggiai sulla fronte. Franchino, mio fratello, era un'anima buona, tutto il male che aveva fatto lo aveva fatto a sé stesso. Lo avevano ritrovato buttato come un animale, anzi con meno dignità, come un sacco di rifiuti tra le piante del lungomare di Viareggio. Non ero pronto, non mi ero preparato. Era Natale, porca miseria, a Natale non possono accadere cose simili."
La biografia dei fratelli Panariello è davvero triste: furono prima di tutto lasciati dalla madre appena nati, ma mentre Giorgio (nato prima) ebbe la fortuna di stare con la nonna, Franco va in istituto, leggi orfanotrofio, perchè ormai i nonni ne hanno basta di mantenere i figli della ragazza.. E così la vita dei fratelli prende direzioni ben diverse: Giorgio una volta cresciuto, si fa strada tutto da solo nel mondo dello spettacolo, mentre Franco purtroppo entra nella spirale della droga.
Poi improvvisamente il ritrovamento di Franco sul lungomare a Viareggio nel 2011, abbandonato come un rifiuto in un cespuglio, ma ad ucciderlo, non fu un overdose ma l'ipotermia succeduta al suo svenimento a causa del fatto che nessuno, e qui Panariello si riferisce agli amici con cui era uscito, lo soccorse.
Il tutto successe il 26 dicembre di quell'anno e tutti gli anni per Panariello le vacanze di fine anno sono una tortura, un rivivere costantemente quei fatti, il risentire la colpa come se si fosse omesso qualcosa. Quel 2011 dopo anni di tormenti e vita da strada, sembrava tutto più calmo, sembrava che Franco cominciasse a recuperare un po' di equilibrio e di serenità ed invece, successe proprio allora.
Due nascite con due storie diverse, due casualità perchè sarebbe potuto toccare benissimo a Giorgio quella storia, ecco allora la spiegazione del titolo “Io sono mio fratello” e solo casualmente lui è ancora qui per parlare e ricordare.
Rabbia, paura, tenerezza, dolore, solitudine, senso di abbandono e tanto tanto affetto, tutto questo salta fuori dalle pagine di un Panariello mai visto né sentito: libro da leggere.
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