Il nuovo Jumanji del 2019 non ha più freschezza
Con l'intento di bissare il successo di "Jumanji - Benvenuti Nella Giungla", "Jumanji: The Next Level"(2019, di Jake Kasdan) decide di ripercorrere le tappe vincenti che hanno condotto all'apprezzamento di pubblico e critica nel 2017. Questa volta, però, sul tragitto si è perso qualcosa; anzi, si ha l'impressione che siano partiti proprio con poche - pochissime - idee innovative e, per tutto il tempo, non si ravvisa che una riproposizione di gag poco equilibrate e sviluppi perlopiù prevedibili.
Ritroviamo la stessa comitiva di amici (Spencer, Martha, Fridge, Bethany), la stessa console, ovviamente lo stesso gioco ma con un altro livello e, di conseguenza, altre sfide.
Il cambio delle identità nei rispettivi avatar è il principale pretesto narrativo che caratterizza il gioco che dà il nome al titolo della pellicola, ma in questo caso non è solo più che abusato ma anche - quasi paradossalmente - meno funzionale. Se nel primo aveva una sua logica (permettendo ai ragazzi protagonisti di misurarsi anche con la propria anima adolescenziale in modo da raggiungere la crescita), qui è presente con più forzatura, finalizzato alla messa in scena, utile per dare adito a battute e colpi di scena che, in virtù dello scarso impegno degli autori, non fanno centro. Il medesimo cast, che pure comprende ottimi interpreti della commedia e dell'azione avventurosa (generi ampiamente sfruttati dalla sceneggiatura), non è più brillante e alcuni attori, che in "Jumanji - Benvenuti Nella Giungla" funzionavano a dovere, adesso versano in uno stato di fiacchezza che, purtroppo, è da imputare sempre alla trama impoverita.
Le new entry Danny DeVito e Danny Glover, due pezzi grossi che meriterebbero di avere controparti alla loro altezza, in questo contesto servono solamente per ampliare e diversificare dove possibile le dinamiche di gruppo. La loro rilevanza è purtroppo veramente esigua, il che è riscontrabile ancor di più nelle parti finali. La giovane Awkwafina è l'unica aggiunta che ricopre un ruolo più notevole, soprattutto per via del fatto che, con la sua ottima interpretazione, cerca di farsi notare senza stonare con i contorni. Per il resto, Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Karen Gillan rappresentano gli spettri di quel che erano prima.
Nel corso delle due ore, la trama fa poco per impossessarsi davvero dell'attenzione dello spettatore, credendo forse di riuscirci a priori poiché il primo aveva fatto breccia ed era inevitabile che anche il secondo facesse lo stesso. La banalità che impera per la stragrande maggioranza del tempo a tratti sa essere davvero snervante e si dura fatica ad avere una motivazione valida per continuare a seguire le avventure dei giocatori. Pochi sono gli sviluppi che rivelano un po' di grinta, uno mira addirittura a essere toccante dopo una sequela di battute (poco) ironiche, mentre tutto il resto si risolve in una conclusione affrettata, semplicistica ma con una evidente trovata che prelude a un successivo capitolo. A questo punto si spera che la sceneggiatura sia meno pedestre, altrimenti sarebbe meglio fermarsi a questo del 2019. Resta certo una pellicola d'intrattenimento mai spinto e ideale per mettere d'accordo anche le famiglie, ma quando questo specifico intrattentimento si fa inficiare dall'apatia degli autori, il risultato non può essere apprezzabile a sufficienza.
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