Opinione su La Casa di carta - Netflix: Perchè rubare soldi quando puoi stamparli?

Perchè rubare soldi quando puoi stamparli?

10/10/2018

Vantaggi

Equilibrata, avvincente, originale

Svantaggi

Amori lampo fra diversi personaggi che smorzano un po' il ritmo


Serie spagola presente su Netflix, molto acclamata, motivo per cui ho deciso di darle una chance. Per ora sono presenti due stagioni che originariamente comprendevano episodi lunghi, ma che Netflix ha suddiviso un po' arbitrariamente in una stagione da 13 episodi e un'altra da 9. L'argomento è un'originale rapina alla Zecca di stato di Madrid: un gruppo assortito di rapinatori viene assoldato da un misterioso uomo chiamato il Professore e si prende 5 mesi di tempo per organizzare un piano dettagliatissimo in cui faranno irruzione nell'edificio, terranno in ostaggio chiunque si trovi all'interno e intanto stamperanno una caterva di soldi invece di limitarsi a rubarne da una banca. Il problema è che il piano prevede tantissime variabili che possono andare storte...
Le scene si svolgono nel vivo dell'operazione, durante i giorni in cui i rapinatori, che si chiamano fra loro con nomi di città come Tokio, Rio, Denver ecc. cercheranno di portare a termine il proprio compito e quindi fuggire col denaro. Diversi flashback riguardano le loro lezioni nella villa in campagna e le loro relazioni personali.

La TRAMA e il RITMO sono interessanti, ben articolati, con buona suspence che non ha niente da invidiare a serie poliziesche internazionali ben più famose. Data l'imprevedibilità e la grandezza dell'operazione è facile che qualcuno faccia errori e questo tiene viva la tensione oltre a permettere colpi di scena. Ottima la scelta di cominciare con la rapina praticamente in atto e concentrarsi, salvo i citati flashback, quasi sempre sull'azione presente.
Tuttavia ho sofferto la crivellatura di smorzature alla trama che riguardano gli aspetti sentimentali e le varie storielle d'amore createsi "fra cattivi" e fra "buoni e cattivi", un aspetto perdonabile dato che questi intermezzi non sono poi lunghissimi, ma che secondo me ha tolto tanto alla serie e conferma i miei-ahimè-pregiudizi sul cinema mediterraneo. Lo scrivo perchè poteva essere una serie bella come Breaking Bad, e invece ogni tanto pecca di latinità. Inoltre il ritmo, che si mantiene così impeccabilmente alto fino a metà della seconda stagione, poi fa una sgommata per permettere alla serie di concludersi mentre la situazione diventa sempre più ingestibile. Non è male , è credibile, e già mi ha meravigliato riuscire a fare due stagioni su un arco narrativo che copre meno di una settimana; però allora evitiamo di concentarci ancora di più sugli amori e i rimpianti e facciamo sentire il panico e il caos della fuga...
L'altro punto migliorabile della trama è un'infrazione al concetto di show-don't-tell. Ci viene subito spiegato dall'inizio che la prima regola è quella di non uccidere nessuno, perchè il Prof non ne vuole sapere di fare vittime e anche per accativarsi l'opinione pubblica. Questo però vuol dire che lo spettatore saprà a priori quanto siano vuote tutte le minacce armate fatte agli ostaggi, e dopo qualche episodio non si aspetterà nessuna reazione più forte di un urlo da parte dei criminali.

I PERSONAGGI sono interessanti per quanto riguarda i rapinatori: tutti mediamente disastrati e con personalità verosimili, hanno una buona dinamica e delle buone nevrosi collettive. Però col passare delle stagioni li scopriamo molto umani e animati solo dal desiderio di trovare un qualche tipo di pace, ognuno con la sua interpretazione di questa parola. I poliziotti sono messi peggio e prima fra tutti l'Ispettrice a capo della negoziazione: dura solo all'apparenza, in realtà fragile e prostrata da problemi personali, è un po' il clichè della donna poliziotto che fa il vocione ma naturalmente ha una bambina da proteggere e il pooovero cuoricino bisognoso d'amore...no, lei non funziona per niente. Il che è un peccato, perchè invece il Professore è un personaggio fantastico e poteva essere un grande scontro di intelligenze, una grande partita a scacchi, invece siamo alle solite melense sciorinate di letti, menzogne ed esitazioni con la pistola alzata che sfociano nel paradossale o in un bacetto.
All'inizio pensavo di scrivere peste e corna anche di Tokio e Rio, poi ho pensato che comunque essendo lei borderline e lui un ragazzino la storiella immatura che rovina il grande piano ci stava. Il fatto è che può andar bene una volta, per un personaggio o una coppia, ma invece gli sceneggiatori l'hanno usata come scusa per UN SACCO di interazioni e azioni che vanno male un po' fra tutti, come se improvvisamente l'intero gruppo fosse più dedito agli ormoni che alla rapina. Però la recitazione è buona e la suspence resta abbastanza alta da far dimenticare queste pecche.

La REGIA E FOTOGRAFIA sono ottime. Le scene d'azione sono realistiche e si svolgono con angolature diverse, sono fluide, con colori molto intensi e niente che sfocia nel pacchiano. La serie mi è tutto sommato piaciuta proprio per questa pulizia nel filmare e nel raccontare, che non affatica con lentezze di sorta nè fa venire la nausea quando si sparano.

Il primo episodio poteva essere fatto meglio in quanto è una sorta di biglietto da visita della serie e secondo me non le rende pienamente giustizia. Consiglio di vederne almeno tre o quattro prima di decidere, e secondo me la curiosità di vedere cosa succede e se i rapinatori la spuntano vi farà cliccare continuamente il tasto "next".
E per questo voto sì, per l'impegno, l'articolazione e l'interesse con cui questa serie riesce a coinvolgere lo spettatore, anche se siamo un po' lontani dalla laurea con lode.


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