Opinione su La donna che amò Hitler: la storia sconosciuta di Eva Braun - Angela Lambert: "La Donna che amò Hitler"

"La Donna che amò Hitler"

09/05/2020

Vantaggi

"Con una spiegazione un po' forzata, potremmo limitarci a dire che Hitler costituiva il destino di Eva, proprio come costituiva il destino della Germania : il modo in cui egli trattò questa giovane donna - prima ammaliandola, poi dominandola e infine distruggendola - riflette in piccolo il modo in cui sedusse e distrusse il popolo tedesco."

Svantaggi

direi no fa parte della storia


Una donna viziosa, nazista da capo a piedi, crudele ed indifferente alla vita. No. Contrariamente al nostro pensiero Eva Braun non fu questo. Era una brava ragazza bavarese con delle aspirazioni e dei sogni, anche se questi ultimi non coincidevano con la vita, ma con un destino di morte.

Nata nel 1912 a Monaco da una buona famiglia cattolica, sotto gli ultimi fuochi dell'imperialismo, cresciuta sotto le rovine di una Germania avvilita e vinta dopo la Grande Guerra, cullata da nenie e storie dal significato oscuro, Eva Braun era intelligente, vivace, appartenente alla nuova generazione di giovani che si affacciavano negli anni '20-'30, eppur restrittiva nei confronti delle donne, il cui scopo era quello di ritornare alle buone vergini e alle buone fattrici dopo il sopruso lavorativo ai danni del genere maschile durante il conflitto.
Lo incontrò quando diciassettenne, nel 1929, lavorava come commessa e apprendista presso lo studio fotografico di Heinrich Hoffmann. Non fu semplice diventarne l'amante fra tante donne affascinate dal suo carisma, eppure ella ci riuscì con caparbietà e pazienza. Se prima Eva risultava un mero oggetto sessuale, col tempo ne diventò la quotidianità. Nella residenza del Berghof (Baviera), dove si radunavano i gerarchi più fedeli, la giovane trascorse gli anni dal 1932-1945 tra passeggiate nei boschi, nuotate nei laghi, feste, immortalandosi in foto o in pochi minuti di pellicola, cambi d'abito e pettinature e lunghe ore di ginnastica per modellare il suo bel corpo. Una energia da cui scaturivano forza e vigore di giovinezza.
Un lusso ozioso contornato di superficialità e solitudine che contrastava con lo spirito combattivo ed esasperato dell'ideologia nazista. La sua fu un'esistenza di contrasti, pur padrona di un piccolo rifugio, veniva sorvegliata ad ogni passo da qualche soldato o faccendiere, non aveva il permesso di muoversi né (umiliazione più grande), presenziare al fianco del suo uomo nelle cerimonie ufficiali. Silenziosa e nell'ombra, il suo scopo era di attendere giorni, a volte settimane il suo ritorno.
Ma sapeva essere ribelle nel suo piccolo : se in quell'epoca le donne non potevano comportarsi da uomini, ecco che lei si faceva vedere truccata mentre fumava, se il nazismo promuoveva unicamente canzoni popolari, atte a dimostrare la superiorità ariana, Eva si dava la jazz, dove si comandava l'emarginazione degli ebrei, lei andava a rifornirsi nei loro negozi di abbigliamento.
Tuttavia non era un'eroina, Eva amava veramente Hitler; in lui non vedeva il Führer ma l'uomo.
Il trenta aprile del 1945 quando gli alleati riuscirono a sfondare il bunker del Reich, trovando i pochi resti dei due corpi, non capirono chi fosse quella donna.
Se ne era andata nel silenzio, come era vissuta. Il suo ultimo gesto estremo passò inosservato e di lei si incominciò a parlare solo ai processi di Norimberga.

Durante la lunga lettura sorge spontaneo e inevitabile porsi delle domande : come poteva questa giovane donna essere attratta da colui che aveva piegato, nel secolo scorso, l'umanità intera?
Sono rimasta entusiasta dalle sue pagine che via via si voltavano molto più in fretta del solito, per le dettagliate ricostruzioni che la scrittrice è andata a scovare di persona nei luoghi citati, tra le persone allora in vita. Un panorama storico sotto cui non sono venuti meno (la storiografia si dimentica spesso di menzionarle a favore degli elementi più macabri), le organizzazioni che sfidando il proprio coraggio, hanno tentato di fermare il sistema; a dimostrazione che resistere fosse possibile³.
Stupisce invece la reticenza di una parte di tedeschi ancor'oggi risentiti di una colpa addossata a loro, tale da non soffermarsi troppo sul loro passato, quasi a cancellarlo nei ricordi come negli angoli delle città.
Mi sono chiesta quindi a fine lettura : perché leggere, conoscere, comprendere vicende o parti di storie e continuare ad approfondire personaggi dalle personalità ambigue e non certo da ammirare, invece di relegare tutto in una memoria lontana e inaccessibile per non far più male?


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clary
clary 827 opinioni Aggiungi agli amici


  • trama
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Altre opinioni degli utenti su La donna che amò Hitler: la storia sconosciuta di Eva Braun - Angela Lambert

  • lolaconiglio
    opinione inserita da lolaconiglio il 22/06/2019
    Essendo appassionata della storia che si legge tra le righe (in particolare del periodo tra le due guerre mondiali), vale a dire quel che succede "dietro le quinte", non potevo non assicurarmi questo ...
    Continua a leggere >
    100%
    conoscere i dettagli che avvennero dietro le quinte del nazismo e soprattutto la storia di Eva Braun
    non leggerlo
  • jamilact
    opinione inserita da jamilact il 31/08/2014
    Che libro! I miei complimenti all'autrice per la bravura e per lo sforzo compiuto per la realizzazione della biografia di Eva brown, la compagna di Hitler. Se piace leggere libri che vanno oltre la st...
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    Lettura Avvincente
    Nessuno