Opinione su La locandiera - Carlo Goldoni: Una "Locandiera" borghese per Carlo Goldoni

Una "Locandiera" borghese per Carlo Goldoni

29/01/2019

Vantaggi

Un'opera che riflette gli ideali borghese-illuministici di Goldoni

Svantaggi

Lo svantaggio più evidente sarebbe quello di non vedere quali furono le motivazioni politiche ed ideali di Goldoni.


Un tempo si raccomandava (e la cosa vale a mio avviso anche oggi) che le commedie di Goldoni vanno "prima" viste e gustate a teatro, e soltanto "poi" lette. Se ci si mette a leggere l'opera teatrale di Goldoni è anche opportuno coscere un po' i retroscena delle sue commedie, e ciò vale in modo particolare per "La locandiera", i cui protagonisti sono tre nobili, la locandiera stessa, che davvero spadroneggia sulla scena; e infine il suo "promesso sposo", che, a dire il vero, fa un po' la figura del comprimario, essendo completamente "preso" dalla locandiera stessa.

I tre nobili raffigurati qui da Goldoni non fanno una granché bella figura: per esempio, uno è uno squattrinato, ma si dà arie da gran signore; un altro (che è un po' la "vittima" dell'avvenente locandiera) vuole passare per misogino (odiatore delle donne), ma alla fine si riduce a fare una figura barbina, cadendo come un allocco nelle trappole tesegli dall'astuta locandiera, la quale, appunto, s'era ripromessa di far capitolare questo nobile che, unico fra tutti, mostrava di resistere alle sue grazie.

Però, a forza di far la civetta per parecchio tempo, la locandiera a un certo punto s'accorge di aver esagerato, mettendo in crisi la propria reputazione ( e, di conseguenza) anche quella del suo fidanzato. Di fronte a una tale minaccia, la locandiera, dopo la "resa" del suddetto misogino, decide di dare una sterzata alla sua vita, smettendola di irretire i clienti e di sposare il fidanzato. Questa dunque la trama della commedia.

Passando ai "retroscena" di cui si parlava sopra, è importante sottolineare che Goldoni era un borghese convinto, e ammirava in ogni maniera il saldo realismo della borghesia, che badava soprattutto ai fatti, senza coltivare sogni irrealizzabili. Ecco perché la nobiltà rappresentata sulla scena fa una figura assolutamente meschina, specialmente nel nobile che, pur non avendo il becco d'un quattrino, fa lo spaccamontagne mettendo avanti "soltanto" il suo titolo nobiliare: e qualcuno, molto realisticamente, gli fa fa notare che "soldi occorrono per aver reputazione, e non chiacchiere".

La locandiera, pur con tutti i suoi difetti, raffigura invece il saldo realismo della borghesia, che sa, appunto, attenersi in pieno alla realtà dei fatti e delle situazioni. La locandiera mostra in pieno di possedere il "senso pratico" tipico del ceto borghese: a un certo punto, quando s'accorge che le cose si mettono male e per sé e per il fidanzato, molla tutto e tutti, e decide di sposarsi, rientrando così nel "ranghi" d'una vita borghese assolutamente rispettabile.

Goldoni credeva fermamente, da seguace convinto degli ideali illuministi (fondati sulla ragione e creati dal ceto intellettuale borghese), che il futuro del mondo sarebbe stato nelle mani della borghesia, e che la nobiltà avesse ormai concluso, e definitivamente, il suo ciclo. E non per nulla i nobili sono ridotti da Goldoni a delle "macchiette" ridicole, completamente staccate dalla realtà.

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    opinione inserita da xroswars il 20/03/2017
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    opinione inserita da suckitandsee17 il 03/12/2016
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