Un libro strano e un po' magico!
Ho acquistato una copia di "La maga delle spezie" da Mercatopoli pagandolo solo € 1,20 a fronte dei € 9,30 del prezzo di copertina. Il libro fa parte della collana dei tascabili Einaudi e si compone di 286 pagine divise in 16 parti.
La prima parte presenta Tilo, la protagonista del libro. 13 capitoli sono intitolati con il nome di una spezia che nel corso della storia sarà cruciale. L'ultimo capitolo è intitolato "Maya" ma francamente me ne sfugge il motivo, per ultimo ma non per ordine di importanza (anzi!), il libricino contiene anche 6 facciate di glossario in cui vengono brevemente tradotte le tante parole indiane usate nel corso della narrazione.
Ho acquistato questo libro affascinata dal titolo. Mi sto avvicinando ogni giorno di più al mondo delle spezie e quello che mi aspettavo da questo libro era una sorta di guida romanzata sulle proprietà delle spezie in cucina e nella medicina dato che la cultura indiana crede fermamente nei poteri medicamentosi delle spezie da applicare alla medicina ayurvedica.
Speravo di poter trarre da questo libro una miniera di consigli utili, magari qualche facile e veloce ricettina. Avevo pensato di mescolare un romanzo ad una sorta di ricettario e prontuario di medicina non convenzionale.
Forse pretendevo un po' troppo da questo libro, forse non ho centrato esattamente cosa questo libro volesse rappresentare tanto che sin dalle prime pagine mi sono trovata a dover dare ragione a quelle recensioni che esprimevano un filo di delusione dopo la lettura de "La maga delle spezie".
Il libro infatti racconta la storia di Tilo, abbreviazione di Tilottama, maga arrivata in America per mandare avanti una bottega un po' magica dopo essere stata ordinata dall'Antica, una vecchissima maga che insegna l'arte della stregoneria prima di inserire nel mondo le sue maghe a curare i mali fisici e spirituali degli avventori delle varie botteghe attraverso le spezie.
In realtà Tilo non si chiama Tilo e brevemente ci racconterà la sua storia prima di diventare maga. È lei che ha scelto questo nome. Un nome impegnativo come recita pag. 37: "Io sarò Tilottama, essenza di til, dispensatrice di vita, generatrice di salute e di speranza".
Tilo assume le sembianze di una donna vecchissima, dall'età indefinita, con mani nodose e rugose, una donna brutta ma molto saggia, tenuta a non lasciare mai per nessun motivo la sua bottega. Avrà regole molto precise da seguire, regole che inizialmente segue alla perfezione, intuendo gli stati d'animo delle persone, insinuandosi con delle visioni nella loro vita, nei loro stati d'animo per consigliare le spezie ed i medicamenti giusti per loro.
A sconvolgere gli equilibri della vecchia Tilo ci penserà Raven, quello che inizialmente la donna definirà semplicemente l'Americano, non conoscendo ancora il suo nome. Un uomo dalla storia molto particolare, che porterà la maga ad una serie di trasgressioni alle regole date all'antica.
La figura dell'americano sarà la netta contrapposizione di Tilo, di origine indiane. America ed India sono culture agli antipodi che si caratterizzano la prima per uno sfavillante materialismo, la seconda per una mentalità più concentrata sull'io interiore piuttosto che sugli oggetti e sull'esteriorità.
Il confronto e lo scontro tra questi due diversi modi di vivere e di vedere è forte ed è la scusa per far conoscere ai lettori di tutto il mondo, anche attraverso il glossario ed agli asterischi che riportano a piè di pagina una cultura interessante e profondamente diversa dalla nostra che è quella orientale, più specificatamente in questo libro, quella indiana.
È un libro strano. A passaggi di grande interesse, per esempio quelli sulla vita dei clienti della bottega, si alternano momenti fiabeschi molto particolari, narrati attraverso miriadi di similitudini ed immagini figurate. Non è scritto in modo complesso ma a tratti ci si perde in lungaggini e particolari inutili, in descrizioni fatte attraverso colori, suoni, immagini che potrebbero essere abbreviate o saltate per rendere più snello il libro, soprattutto perché la scrittrice è sempre molto chiara nelle situazioni e nelle ambientazioni dunque non c'è bisogno di dilungarsi troppo con particolari superflui.
Non sono un'amante del genere fiabesco, infatti le parti più interessanti sono quelle che si rifanno alla realtà.
Non che non sia capace di sognare ma francamente è un libro diverso da quello che mi aspettavo dove le spezie sono alla base di intrugli ed incantesimi dunque attività totalmente inapplicabili alla realtà di tutti i giorni, cosa che invece io speravo di trovare.
A questa simil favola, tra l'altro, si unisce un finale da Harmony, totalmente inadeguato, secondo me al tenore del libro ed al messaggio che avrebbe voluto trasmettere.
Non mi ha emozionata. L'ho letto per non lasciarlo a metà, ma senza quel trasporto necessario per lasciarsi rapire dalle parole e dall'immaginario che un libro deve assolutamente suscitare nel lettore. Una mia collega vuole assolutamente ed ho intenzione di regalarglielo se le dovesse piacere tanto io non ho intenzione di rileggerlo. Forse, conoscendola bene, a lei potrebbe piacere.
"La maga delle spezie" è anche un film e questa mia collega che vuole in prestito il libro, mi ha consigliato di vederlo.
Sono molto curiosa dunque appena lo trasmetteranno in tv, non me lo perderò!
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