Opinione su "La pietra di Luna" di Wilkie Collins: Davvero bello! 34
Davvero bello!
08/07/2020
Vantaggi
Scoprire di chi si tratti, cosa davvero sia accaduto e come si siano sviluppate le sorti della pietra di Luna, è il cuore dell'intreccio, che si dipana in un groviglio di eventi drammatici raccontati, di volta in volta, dai diversi protagonisti.
Svantaggi
non trovati
Il titolo non dà spazio ad equivoci: al centro di questo lungo e piacevolissimo romanzo c'è una gemma gialla, preziosa, originaria dell’India: la pietra di luna, appunto.
Nell'antefatto l'Autore ci racconta in che modo questo diamante sia passato, dopo una serie di avventurose vicissitudini avvenute nel corso dei secoli, dalla fronte della statua di una divinità indiana alle mani di un certo John Herncastle, uomo dai discutibili costumi e poco amato anche dai propri familiari; cinquant'anni dopo (nel 1848), questo ex-colonnello fa dono del gioiello (ancora in suo possesso) a una nipote, Rachel Verinder, figlia di sua sorella (con cui non ha alcun rapporto da molti anni).
Di questo mirabile ornamento si dice che sia stato trafugato da ladri sacrileghi (per questo porta con sè maledizioni) e che ne seguano le sorti sotto mentite spoglie tre sacerdoti, pronti a uccidere per riportarlo in India.
Si tratta di mere leggende, di sciocche superstizioni... o di qualcosa da non prendere alla leggera?
Fatto sta che la signorina sta per compiere 18 anni e il giorno del compleanno riceve in eredità dall'ormai defunto zio il diamante; a recapitarglielo è un giovanotto, suo parente (e spasimante), Franklin Blake, un tipo sveglio, colto, simpatico, dal carattere esuberante.
Alla cena di compleanno sono presenti diverse persone, tutte affascinate dal monile, il cui valore è inestimabile e che facilmente irretisce chiunque vi posi lo sguardo:
"Che diamante, buon Dio! Grande, o quasi, come un uovo di piviere! La luce che ne sgorgava era come quella della luna di settembre. Quando abbassavi gli occhi sulla pietra, ti trovavi davanti un giallo abisso che li attirava a sè sino a impedirgli di vedere qualsiasi altra cosa. Sembrava insondabile; quel gioiello, che potevi tenere tra il pollice e l'indice, sembrava insondabile come i cieli".
C'è che un che di magico, una potenza ammaliatrice che scaturisce dalla pietra di luna e che pare avere il potere di soggiogare chi la possiede, che sviluppa nei suoi confronti un sentimento "possessivo" (un po' come accade a quanti si ritrovano tra le mani l'anello al centro della trilogia tolkeniana) e per certi versi irrazionale.
Quale enorme e tragica sorpresa quando, al mattino successivo, la festeggiata dà l'allarme dicendo che il suo meraviglioso regalo, da lei riposto in un cassetto in camera propria prima di coricarsi, è... scomparso!!
Cosa è successo durante la notte? Un ladro si è introdotto furtivamente in casa e, col favore delle tenebre, ha rubato la pietra di luna?
E soprattutto... chi è stato?
Per fare chiarezza sul mistero, un famoso investigatore, il sergente Cuff, viene incaricato di fare indagini e ritrovare il gioiello.
L’indagine, per quanto accurata, non porta ad alcun risultato e causa, anzi, sgomento e confusione sia tra i membri della famiglia Verinder che nella servitù.
Il sergente, infatti, deve inevitabilmente sottoporre a interrogatori e perquisizioni tutti i presenti; l'unica persona che si rifiuterà caparbiamente di rispondere alle insistenti domande di Cuff e di lasciarsi perquisire bauli e cassetti è proprio la derubata, Rachel, che mostrerà sin da subito un quanto mai enigmatico (e sospetto?) atteggiamento di aperta ostilità verso chiunque si ostini a volerle parlare del monile scomparso e di cosa potrebbe essere successo quella notte.
Perchè la ragazza rifiuta di dare il proprio contributo alle ricerche? E come mai a un certo punto rivelerà la propria avversione nei confronti di Franklin, che fino a poche ore prima del fattaccio era il primo nella lista dei suoi possibili fidanzati?
Tutti i personaggi sono apparentemente innocenti ma allo stesso tempo possibili colpevoli, e in particolare ci si sofferma su alcuni di essi; oltre allo strano comportamento isterico e chiuso di Rachel, a destare qualche sospetto è una cameriera, Rosanna Spearman, tanto bruttina quanto povera e disgraziata, eppure il suo passato, unito a certi suoi modi di fare sibillini e incomprensibili, fanno sì che Cuff diriga la propria attenzione sulla ragazza. Rosanna, infatti, ha un passato difficile: quando la buona signora Verinder l'ha conosciuta, la giovane era in riformatorio per aver commesso dei furti; per misericordia cristiana, la signora l'ha tirata fuori di lì dandole un lavoro, un tetto, del cibo, insomma se n'è fatta carico e non ha dubbi che la sua cameriera sia estranea ai fatti.
Ma è davvero così?
Eppure, se sul destino del diamante si è incerti e ci si può lasciar andare soltanto a speculazioni, ad essere incontrovertibile è questo dato di fatto: la pietra di luna era in casa, in camera di Rachel... e da lì qualcuno l'ha presa e, presumibilmente, l'ha portata via.
Quindi - come in un classico giallo alla Christie (successiva al nostro Wilkie) - il colpevole è necessariamente qualcuno che quella notte era dentro la casa.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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