Opinione su L'albergo delle donne tristi - Marcela Serrano: Quando arriva il disamore!

Quando arriva il disamore!

11/06/2017

Vantaggi

alcuni passaggi

Svantaggi

alcuni passaggi


Avendo stranamente finito la mia riserva di libri da leggere, sono corsa immediatamente al mercatino dell'usato tornando a casa con una busta bella piena di testi e nel frattempo una mia collega mi ha prestato un romanzo di Marcela Serrano, scrittrice di cui conoscevo solo il nome.

In particolare, il romanzo prestatomi è proprio "L'albergo delle donne tristi" edizione Feltrinelli scontata del 25% con raffigurata una donna dallo sguardo triste che guarda dritta al suo cuore.
Lo sfondo color ruggine con particolari gialli richiama i colori del Sud America, terra in cui è ambientato il libro, così come il colore scuro della pelle della donna in copertina.

La quarta di copertina riporta uno stralcio della trama molto interessante e già di per sè il titolo mi ha subito solleticata perchè l'albergo è sinonimo di vacanza e condivisione e le donne tristi mi hanno comunicato immediatamente messaggi di amicizia, sfogo e solidarietà.

Effettivamente il tema del libro è fortemente femminile e introspettivo.
L'albergo delle donne tristi chiamato semplicemente Albergo è una struttura che Elena ha ricevuto in eredità dal padre e che sorge in una piccola e fredda isola cilena.
Elena ha voluto dare un'identità ben specifica a questa struttura e cioè ospitare per tre mesi ad una cifra abbastanza irrisoria donne sole e bisognose di ritrovare sè stesse.
Un albergo tutto al femminile dove si intrecceranno le vicende di donne di tutti i ranghi, dalla parrucchiera squattrinata all'economista dotta e di successo.
Denominatore comune è il disamore.
Quando l'amore finisce ogni donna si senta sola e perduta indipendentemente che sia stata lasciata o abbia preso lei la decisione di lasciare.
Il naufragio dei rapporti affettivi vengono raccontati attraverso le chiacchierate che le donne si concedono all'interno di questo albergo in cui c'è sempre tanto da fare grazie alle attività ricreative, l'orto, le commissioni in paese, il tempo dedicato agli sfoghi ed alle chiacchiere.

Tante donne diverse tra cui spicca in particolare la storia di Floreana che potremmo definire la protagonista anche se il re incontrastato è sempre e comunque il disamore che provoca instabilità, isterismi, pianti, riflessioni ma anche una gran voglia di rialzarsi, azzerare le sofferenze e tornare a vivere.

Non saranno solo i rapporti con gli uomini a far approdare le donne in questo albergo.
Ognuna di loro alle spalle ha problemi con i figli, cattivi rapporti con i genitori, problemi di lavoro e di soldi.
Proprio come nella vita vera non è solo uno l'aspetto che ci rattrista e ci rende pensierose ma una serie di drammi più o meno seri che sommandoli creano infelicità e bisogno di ritrovarsi, di riprendere in mano la serenità se non addirittura ricominciare a rincorrere la felicità.

Il romanzo è suddiviso in tre parti per un totale di 274 pagine.
Non avendo mai letto nulla di Marcela Serrano immaginavo un romanzo diverso da quello che in realtà è.
L'ambientazione cilena mi faceva pensare a terre tropicali e torride non ad un'isola in cui si muore di freddo ed anche le donne me le immaginavo calorose e piene di vita non certamente così tanto sconvolte ed angosciate.

Le aspettative erano quasi opposte alla realtà ed ho trovato la narrazione particolarmente introspettiva.
Alcuni dialoghi e ragionamenti che si protraevano in maniera decisamente prolissa ho deciso di saltarli per leggere solo ciò che davvero dava tono e forma al libro.

Tra un dialogo infinito e l'altro troviamo squarci di paesaggi meravigliosi, situazioni interessanti, ragionamenti accattivanti, storie di donne che vale la pena leggere perchè poi sono le storie che indipendentemente dalla razza e dalla parte del mondo in cui ci troviamo ci accomunano tutte.

Quello che mi ha lasciato questo libro è sicuramente l'importanza della riflessione e del silenzio, della necessità di perdersi e ritrovarsi interiormente lasciandosi andare a volte e fermandosi in altre.
Mi porterò dentro l'importanza della condivisione, del parlare, dello sfogarsi, dell'ascoltare gli altri, di non fermarsi davanti a quelle barriere mentali che ogni tanto ci facciamo.
Nell'Albergo non importa quanto si è ricche e famose o se si è anziane, povere, belle o brutte.
Le ospiti sono costrette a convivere ed i loro rapporti non sono poi così male.
Stringeranno amicizia e passeranno giorni ed ore a chiacchierare e confrontarsi, cosa che dovremmo imparare a fare tutti.

Non posso dire che questo libro mi sia piaciuto particolarmente ma neanche che sia fatto male.
Mi è mancata quella voglia di divorare le pagine una dietro l'altra tanto che alcune, come già detto, le ho saltate per semplificare dei paragrafi un po' troppo ridondanti.
Non ho provato quel desiderio di leggere e leggere ancora, di ritagliarmi obbligatoriamente uno spazio ogni giorno per poter continuare la lettura.
L'ho semplicemente letto quando potevo dato che a passaggi coinvolgenti ne sono seguiti altri un pochino troppo noiosi.

Lo stile narrativo della Serrano mi fa ricordare quello di Banana Yoshimoto una delle mie scrittrici preferite per via delle tante riflessioni, delle introspezioni, del bisogno di raccoglimento e di meditazione su sè stessi.
Ma Marcela non è Banana dato che di quest'ultima non salto neanche una parola quando leggo i suoi libri ma ho deciso di leggere comunque altri romanzi della Serrano dato che mi ispirano vari titoli!

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margherita123

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Altre opinioni degli utenti su L'albergo delle donne tristi - Marcela Serrano

  • zafferano
    opinione inserita da zafferano il 13/06/2017
    "L'albergo delle donne tristi" è un libro che recentemente ho comprato in una nota libreria sotto casa e a conti fatti è stata una scelta vincente per l'intensità della storia raccontata dalla famosa ...
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