Alda Merini
Vantaggi
lettura scorrevole, narrazione coinvolgente
Il libro “L'altra verità. Diario di una diversa” è stato scritto in prosa a carattere autobiografico dalla compianta poetessa milanese Alda Merini, morta nel 2009, pubblicato nel 1986 e ripubblicato nel 1997 dalla casa editrice Rizzoli con parti aggiunte dell'autrice stessa. La storia della sua vita è nota a molti. Interviste, spettacoli teatrali e musicali l'hanno vista protagonista. Viene ricordata non solo per l'eredità poetica che ci ha lasciato, ma anche per aver vissuto esperienza dei manicomi in quanto affetta da una malattia mentale chiamato disturbo bipolare. Nel libro vengono raccontati con lucidità, ma anche con grande intensità emotiva, i dieci anni trascorsi nel manicomio milanese. Ho letto il libro nel lontano 2007, l'ho comprato per caso ma, come spesso accade, è stato un colpo di fulmine, mi sono subito appassionata alla sua storia. Qualche settimana fa mi è ricapitato tra le mani e l'ho riletto. Ricordavo la scorrevolezza della lettura, si legge con facilità e con la stessa facilità ci si immerge emotivamente nei racconti descritti. Pur a distanza di tempo, ho saputo apprezzarne la lettura con maggiore maturità, in quanto il libro è ricco di spunti di riflessione molto forti. Già il titolo esprime un profondo concetto di sofferenza, sensazione confermata quando si arriva alla fine del libro. In diversi momenti della narrazione, la poetessa denuncia chiaramente le atroci modalità "mediche" o pseudo tali dell'epoca, legalmente riconosciute. Nel complesso, il libro appare come una sequenza di ricordi di luoghi, odori, volti, vere e proprie torture subite (come l'elettroshock), racconta con tenerezza l'amore per Pierre, un internato del reparto maschile, infatti la seconda parte del libro riporta le lettere d'amore a lui dedicate.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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