Quando la morte incontra l'eros
Questo romanzo di Saramago è una delle sue opere più mature, essendo stato edito nel 2005. Leggendolo scopriamo che la morte è un'entità, vive in una spelonca e può assumere sembianze umane a suo piacimento. Di tanto in tanto si azzarda a fare esperimenti, ed è proprio quanto succede ne Le intermittenze della morte. Con suo grande scorno, però, a un certo punto qualcosa va storto. Così ecco che una misteriosa quanto avvenente signora d'un tratto compare nella vita di colui che sembra sfuggire alle regole predeterminate per i comuni mortali. Il lettore non saprà mai il motivo della diversità del fortunato mortale. Scopo di Saramago, come sempre, non è creare un plot e svelare un mistero in stile thriller, bensì creare un avvincente pretesto per immergervi le sue riflessioni, la sua ironia arguta, la sua realtà fatta di accadimenti da prendere così come sono, perché quello che conta è la scoperta dei personaggi e del destino che fanno scaturire da sé stessi e in cui al contempo sono avvolti irrimediabilmente, nel bene o nel male. Il romanzo è di intrigante lettura e come mi attendevo l'ho terminato con la consapevolezza di aver letto un'opera interessante. L'ironia, la profondità, l'originalità di Saramago non vengono mai meno, rendendo l'opera di piacevolissima lettura e al contempo fonte di riflessioni. La parte più interessante è quella che descrive le reazioni degli umani alla scomparsa della morte, il finale invece mi è parso un po' banale.
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