'L’Italiano' è un romanzo 'gotico'
'L’Italiano' è un romanzo strettamente legato al periodo storico ed al contesto in cui fu scritto, la fine del settecento in Gran Bretagna; riletto oggi, per essere apprezzato richiede lo sforzo di cercare di calarsi in quel contesto, ed anche quando ciò riesca non possono non emergere i difetti strutturali di quello che già ai suoi tempi probabilmente poteva essere considerato un buon romanzo d’appendice. Troppo deboli la maggior parte dei personaggi, troppo unilaterali e schematici le loro personalità e i loro modi di agire per consegnarci un romanzo che vada al di là dell’essere una testimonianza storica di come una parte della letteratura di quell’epoca si stesse attrezzando per divenire, in nuce, una forma espressiva aderente ai gusti e alle richieste di un pubblico borghese. Vi è però subito da aggiungere che in questo quadro, che fa de 'L’Italiano' un antesignano del romanzo di genere e d’appendice, non mancano alcuni tratti nei quali fa capolino la grande letteratura, o che quantomeno testimoniano la capacità della scrittrice di essere parte attiva delle grandi correnti culturali che attraversavano l’epoca in cui visse. Ma andiamo con ordine.
'L’Italiano' è un romanzo 'gotico', nel senso che costruisce la storia attorno al mistero ed alla 'suspance', e proprio la capacità di creare attesa per lo sviluppo della storia, di fare sapiente uso dei colpi di scena è il tratto per cui Ann Radcliffe fu riconosciuta anche in vita come una grande scrittrice. Le sue due opere principali, questo romanzo (del 1797) e il di poco antecedente 'I misteri di Udolpho' furono dei veri e propri best-sellers, soprattutto tra il pubblico femminile della ormai trionfante borghesia britannica.
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