Davvero bello!
Vantaggi
Consigliato a chi ha letto... Qui comincia l'avventura del Signor Bonaventura... io lo adoravo!!
Nel marzo del 2011 questo gustosissimo libro è apparso per la prima volta nella collana “Oscar Junior” e la scelta editoriale si è rivelata vincente: è stato proposto il testo illustrato da Sto come nella prima edizione Einaudi datata 1963, arricchito inoltre da una presentazione dell’autore che consiglia ai più giovani di saltarla pure, se vogliono, perché forse sarà più utile in qualità di “istruzioni per l’uso” ai professori. Dunque, una bella edizione per i più giovani, a partire dai nove anni. Eppure proprio in virtù di quanto afferma Calvino nella sua presentazione il libro non può essere catalogato come “libro per bambini” e nemmeno come “libro per ragazzi” o “libro per adulti”. La sua peculiarità è di essere, oserei dire, evanescente, di situarsi a ridosso di generi letterari, di linguaggi attinti dal comico, dalla favola e dalle vignette dei giornalini per l’infanzia, di non arrestarsi al reale, di non produrre denuncia ma di strappare ad ogni novella una sana, genuina, spontanea ilarità. Ci si affeziona al personaggio, filo conduttore di venti avventure- disavventure, ci si affeziona perfino allo scenario urbano nel quale opera, ci si aspetta, pagina dopo pagina , un guaio, un imprevisto, un elemento grottesco o surreale che possa trasfigurarla, ma non troppo, la realtà. La ciclicità delle situazioni è scandita dal succedersi delle stagioni, ogni novella- sono venti in tutto- è dedicata ad una di esse, per un ripetersi del ciclo stagionale per cinque volte. La stessa struttura delle singole novelle è fissa secondo un modulo che porta a scoprire la natura, a sognare un riavvicinamento ad essa, a maturare una delusione che però non annienta mai il protagonista. Spesso , a racconto terminato, potrà capitare di chiedersi quali saranno gli sviluppi ulteriori della vicenda ma si intuisce che anche se il protagonista è in partenza per Bombay, presto farà ritorno nella sua città, nella sua misera abitazione , nella sua squallida esistenza di operaio di fabbrica, coniugato, con figli a carico, perennemente in bolletta. Povero Marcovaldo, intrappolato dalla vita ma così disponibile nei suoi confronti. Suscita, oltre che simpatia, una vena di malinconia. E poi la moglie Domitilla e i bambini, Teresa, Filippetto, Pietruccio e Michelino , a rincarare la dose di ingenuità, incoscienza, accettazione incondizionata, tutti tranne la moglie che invece sbotta, borbotta, subisce consapevole: direi la vera nota realistica del libro.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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