Opinione su Non ditelo allo scrittore - Alice Basso: LA MICCIA DELLA STORIA
LA MICCIA DELLA STORIA
26/07/2020
Vantaggi
Una lettura veloce, scorrevole e un’ottima scrittura, ironica e brillante. Un romanzo fresco, perfetto per gli appassionati del mistero e per chi ama trovare migliaia di citazioni letterarie sparse tra le pagine
Svantaggi
non ce ne sono
Anche in questo romanzo il lettore è immediatamente catapultato all'interno della “imprevedibile” vita di Vani, sempre alle prese con il suo lavoro di ghostwriter, come avevamo imparato a conoscere nel primo libro della serie: “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome”, a cui ha fatto seguito: “Scrivere è un mestiere pericoloso”.
Ma qui è anche una attenta e attiva collaboratrice della polizia, e in particolare del commissario Berganza. Anche se lui, per cercare di proteggerla, vuole, senza particolare successo, allontanarla dal caso di cui si sta occupando, un caso complesso e molto pericoloso che attiene ad una fitta rete di trafficanti di droga. E allora a Vani non resta che occuparsi del caso che le sottopone il suo diretto superiore, detto “boss”, Enrico. Alle porte del ventennale dell’uscita di Verrò a trovarvi sul lago di Ruggero Solimano, uno dei testi che hanno segnato la storia della letteratura contemporanea, la casa editrice per cui lavora Vani vuole proporre una ristampa con dei contenuti speciali, come ad esempio le bozze del lavoro. Il problema è che queste non esistono: pare che a scrivere il romanzo, infatti, sia stato uno ghostwriter, uno scrittore rimasto nell’ombra per molti anni, anche dopo la morte di Solimano: il compito di Vani è di trovare il vero autore e convincerlo a venire allo scoperto. Di modo che la casa editrice sia in grado di organizzare un nuovo lavoro di promozione per il libro.
Dall'altro canto, però, il commissario Berganza non può fare a meno dell’abilità di Vani nell'immedesimarsi nelle persone, e proprio grazie a questo la ritroviamo intenta ad occuparsi di un caso intricato.
Tra Riccardo Randi, quasi stolker, che non cessa di corteggiarla, due adolescenti che sembrano complottare contro di lei, un ghostwriter difficile e scontroso, da far diventare un autore amato dal pubblico, un caso da risolvere e il commissario Berganza che parla per enigmi lasciando sempre i discorsi a metà, Non ditelo allo scrittore rappresenta una importante crescita per Vani, su tutti i fronti. Ma lei ha:
“un sogno della mia vita è starmene nella mia tana a farmi gli affari miei”.
E’ proprio in questa ultima fatica letteraria che apprendiamo di più sulla sua protagonista Vani, attraverso flashback che la riportano agli anni 1997/98, anni in cui frequenta il liceo, e in cui si incomincia a scorgere i tratti della sua persona, che in seguito è diventata. Razionalità, logica, pochi legami, ed una battaglia continua contro il mondo a suon di ironia. Ecco chi è e chi era Vani:
“Forse inizio ad averne abbastanza di vivere in guerra. Forse a me un po’ di pace non farebbe più tanto schifo.”
Una lettura veloce, scorrevole e un’ottima scrittura, ironica e brillante. Un romanzo fresco, perfetto per gli appassionati del mistero e per chi ama trovare migliaia di citazioni letterarie sparse tra le pagine. E anche per chi ama le storie romantiche …..
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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