Sigur Ros, un nuovo album
Uno dei complessi che amo maggiormente è quello dei Sigur Ros che con la loro musica particolare, piena di sfumature e sonorità, non so perchè, ma mi riporta immediatamente ai paesaggi d'Islanda, con la sua incomparabile bellezza, col suo vento, con i ghiacciai e i vulcani, col mare spesso in tempesta, con le fumarole che spuntano ovunque a ricordarci che è un'isola in crescita, con i suoi cavalli e le sue pecore.
Proprio in questi giorni di ottobre è stata annunciata l'uscita di un nuovo album dei Sigur Ros (probabilmente dal 4 dicembre), dopo ben sette anni dall'ultimo ( Kveikur), un album attesissimo dai tanti fan della band islandese ad opera dell'etichetta del gruppo pot-rock islandese, la Krunk.
In attesa di trovarlo per l'acquisto, si possono ascoltare su youtube diversi brani, infatti l'album raccoglie e pubblica alcune composizioni che risalgono al 2002.
In coincidenza con l'annuncio i Sigur Ros hanno offerto un'anteprima pubblicando uno dei pezzi Dvergmá, libero online e che rende bene l'idea grazie alla forte presenta della marimba.
L'album, della durata di 70 minuti, di certo è post-rock (il genere tipico della band) ma anche classico e soddisfa molti palati, non solo quello dei fan soliti.
L'album è corale e orchestrale con le sonorità inconfondibili del gruppo e s'intitola “Odin's raven magic”, cioè -Il corvo magico di Odino”: per la precisione, è un poema del XIV secolo, appartenente all'Edda di autore anonimo che raccoglie le saghe e le storie epiche islandesi. In particolare questo poema dal tono minaccioso non certo rassicurante racconta la storia di un grande banchetto degli Asi, gli dei nordici con Odino come capo, tenuto nel Wahlalla. Mentre questo si svolge allegramente, avvengono dei fatti strani, dei presagi con cui i corvi compagni di Odino sembrano avvisare della fine di tutto, cioè del Ragnarok che parte con la Terra che congela da nord a sud.
Il nuovo album è la trasposizione orchestrale di una vecchia saga islandese, Hrafnagaldr Óðins ( che risale al XIV secolo) e nasce dalla collaborazione tra il complesso e altri artisti come per esempio Hilmar Örn Hilmarsson (un'altra leggenda della musica islandese), Steindór Andersen, Páll Guðmundsson e Maria Huld Markan Sigfúsdóttir.
Un particolare curioso riguarda la partecipazione all'album di un pescatore islandese, Steindór Andersen, uno dei più gran cantori delle vecchie saghe, potrei dire un aedo moderno.
Una delle sonarità migliori è data dalla presenza di uno strumento creato appositamente per la rappresentazione, una specie di grande xilofono con tasti in pietra dello scultore Pali Gudmundsson.
L'opera fu realizzata per la prima volta nel 2002, doveva uscirne l'album già nel 2008, ma poi il progetto fu accantonato: finalmente oggi è andato in porto grazie anche alla collaborazione con la Schola Cantorum Reykjavik e con L'Orchestre des Laureats du Conservatoire national de Paris.
La tracklist indica i seguenti pezzi:
1. "Prologus"
2. "Alföður Orkar"
3. "Dvergmál"
4. "Stendur Æva"
5. "Áss Hinn Hvíti"
6. "Hvert Stefnir"
7. "Spár Eða Spakmál"
8. "Dagrenning".
9.
In attesa, mi ascolto i brani presenti online: album consigliato.
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