Un gioiello poco conosciuto
Qualche giorno fa, precisamente lunedì 26 Marzo, appena arrivato dalla Gran Bretagna dove risiedo per lavoro ormai da 5 anni, insieme a mia madre abbiamo approfittato della bellissima giornata di sole ed abbiamo organizzato lì per lì, senza programmazione, una gita al Lago d’Orta, precisamente ad Orta San Giulio. Da Vercelli, ma anche da qualsiasi direzione, arrivare al Lago è una cosa davvero semplice e comodissima in quanto basta scegliere l’Autostrada A26, Genova-Gravellona e si arriva praticamente sul posto. Avviso immediatamente che tutta la cittadina che sorge sul lago omonimo, è ZTL, cioè Isola pedonale e quindi, non appena entrati, si trovano i parcheggi (tutti a pagamento), coperti e scoperti, dove lasciare la macchina...ed è meglio farlo, onde evitare sgradevoli sorprese.
Da qui, attraverso deliziosi passaggi d’altri tempi, con scalette e vicoletti si scende verso il lago, costeggiando vecchie ma ben curate case e negozi di vario genere, soprattutto di souvenir e di gastronomia dove comperare un bel ricordo dei prodotti locali, dalle splendide tome ai prosciutti, dai biscotti agli amari. Scendendo verso il centro, si incontra prima di tutto, sboccandoci proprio di fronte il municipio di Orta, posto in una bellissima villa d’epoca (Villa Bossi): si può entrare e ci si trova di fronte ad un cortile interno e ad un giardino curatissimo che si affaccia direttamente sulle acque calme e serene del lago. Muovendosi verso il fondo, si ha l’impressione che un uomo seduto stia preparando una tela per dipingere lo scenario incantato, ma avvicinandosi, ecco che si capisce che si tratta di una statua estremamente accurata: essa rappresenta un pittore noto dell’isola calato per sempre nel posto di pittura da lui preferito.
Si ritorna nella stradina e dopo pochi minuti si arriva nella piazzetta centrale di Orta San Giulio: sulla sinistra, una ripida strada, detta “Motta”, tutta a sassi, sale fino ad una chiesa (Santa Maria Assunta del 1485), da cui si diparte il percorso del Sacro Monte, le cappelle che ricordano la vita, la passione e la morte di Nostro Signor Gesù Cristo. Come tutti i Sacri Monti (vedi per esempio quello di Varallo, provincia di Vercelli), sono stati costruiti per chi, non potendo farlo direttamente in Terrasanta, volesse percorrere, pregando e meditando, le tappe della Via Crucis. Qui le prime Cappelle risalgono al 1590 e si dipanano su tutta la collina sopra Orta: il percorso è dedicato a San Francesco.
Ritornando alla deliziosa piazzetta, ecco che si passa proprio sotto il Broletto, cioè il Palazzo della Comunità che risale al 1582: noto la scaletta esterna che porta ad un balcone da cui le varie autorità parlavano alla gente del paese, certo non molta numerosa. Sul balcone campeggia lo stemma della città: un albero, per la precisione un pino circondato da un muro e la scritta “Hortus conclusus”, Giardino recintato, spazio fiorente protetto. Nella piazza si trovano molti locali, sia bar che ristoranti, negozi e negozietti ed è davvero un bel posto dove sedersi (su una panchina o al bar) per godersi la vista del Lago e in particolare, della sua calma e deliziosa Isola di San Giulio.
Comunque, per raggiungerla, basta avvicinarsi alla riva e qui una serie di “taxi-boat” del Comune, quindi a prezzi fissi, trasportano su e giù i turisti alla modica cifra di € 4.50 andata/ ritorno. Detto fatto, siamo salpati e siamo arrivati verso mezzogiorno: eravamo davvero pochi e i più numerosi erano due classi elementari (perfettamente in fila) che facevano il percorso circolare dell’isola alla ricerca di segni specifici in una vera caccia al tesoro. Il passeggio su vicoli molto stretti e tra ville e monasteri è molto suggestivo: ogni tanto si può fare una sosta sotto delle piccole insegne che riportano frasi su cui meditare, sul silenzio e sul valore della riflessione.
Le frasi sono in italiano, inglese, tedesco e francese. Alcune me le sono scritte come:
-”I muri sono nella mente”
-”Nel silenzio accogli tutto”
-Il silenzio è verità e preghiera”.
Ascoltando attentamente quel silenzio, sembra di sentire l’eco delle voci dei servitori reclutati dal Barone Lamberto, servitori che nella sua soffitta ne ripetevano costantemente, giorno e notte, il nome per farlo ringiovanire: qui si trova la villa del Barone del famosissimo romanzo di Gianni Rodari.
Tranquilli e rilassati dopo la passeggiata, siamo tornati alla barca e nella piazzetta per concludere la nostra gita con un buon pranzo vista lago.
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