Opinione su Pac-Man: Un classico sempreverde
Un classico sempreverde
24/07/2019
Vantaggi
gioco classico antistress
Svantaggi
nessuno
Pacman appartiene al genere degli Arcade e nacque nella sua prima edizione intorno al 1979 ad opera di Tohru Iwanati per la società giapponese Namco, perfezionandosi negli anni successivi ed uscendo ufficialmente nel 1982. Come racconta lo stesso inventore, la nascita o meglio l’idea del gioco, è davvero singolare e gli venne durante una cena con amici, una cena in cui si stava mangiando una pizza: guardandone una cui era stata tagliata una fetta, ecco l’idea del Pacman giallo con bocca aperta che mangia. All’idea seguì la costituzione del team che portò alla creazione del gioco verso la fine degli anni Settanta.
Da subito, ha ottenuto un alto livello di gradimento ed ha cominciato a trionfare in tutto il mondo. Penso che il successo sia dovuto in primis alle regole estremamente semplici, facili da imparare e al fatto che esso è adatto a piccoli e meno piccoli, insomma a tutte le età.
Il protagonista assoluto è Mister Pacman, un “cosino” giallo fatto a cerchio con una bocca che continua ad aprirsi e chiudersi fatta a settore circolare. Nella schermata di apertura, il giocatore si trova di fronte ad un labirinto più o meno complesso in cui Pacman deve correre manovrato con le frecce, deve mangiare tutto quello che può (tutta le palline e i puntini che si trova di fronte) e soprattutto deve continuare a scappare ai quattro fantasmini di vario colore che lo inseguono famelici. Ad ogni mangiata, ecco i punti che si accumulano sempre più, con la possibilità una volta raggiunto un certo numero di ottenere una nuova vita come bonus, ma attenzione a non farsi toccare da uno dei fantasmi perchè ne consegue l’immediata perdita di una delle vite a disposizione. All’inizio i fantasmini erano tutti uguali e procedevano con schemi fissi, poi si decise di dare a ciascuno di loro una personalità e addirittura un nome personale: Blinky il fantasma aggressivo, Pinky il fantasma femmina e la più veloce, Inky il fantasma più intelligente, Clyde lo stupido del gruppo.
Superato tutto un labirinto, ecco il secondo ed i livelli successivi e vi assicuro che la cosa non è facile perchè basta un attimo di distrazione ed ecco la fine!
I livelli possibili, per lo meno nella versione classica, sono 256, dopo di che in teoria il gioco può proseguire all’infinito, ma per un bug ogni livello è sempre uguale al 256.
Quindi ottima giocabilità, facilità di acquisizione e musichetta al seguito.
Naturalmente dal lontano 1982 dal Pacman originale sono nate un’infinità di versioni e per ogni versione un’infinità di kit di miglioramento per non parlare dei cloni spuntati continuamente. Gli esempi si sprecano: Pac-xon, Pacmine Time, Zelda Pacman, Tapman, Pacman Dash, Simpson Pacman eccetera eccetera eccetera.
Insomma, Pacman è il classico dei classici e, come ha detto qualche critico di videogiochi, parlare di questo gioco è un po’ come parlare di Shakespeare, tanto per dire l’importanza che gli si è data e gli si dà ancora, visto il numero di persone che continua a giocarci.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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grafica
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gameplay
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multiplayer
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longevità
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