Un'icona del genere dark
Mi trovo un po' in imbarazzo a dare un'opinione su Robert Smith, un conto è fare una recensione su uno shampoo, un altro è farla su un personaggio del panorama musicale anni 80 e 90 così famoso e che per la mia generazione ha rappresentato un'icona della musica dark. Uno stile indiscutibile, che comunque attingeva a quello di milioni di dark in Europa in quel periodo, sia nella pettinatura che nel trucco e nel vestiario, per cui di fatto non è che apportasse nulla di nuovo, semplicemente portava uno stile di strada anche nella musica. I testi e la musica dei primi Cure, il suo gruppo, sono molto diversi da quelli degli ultimi album, ormai quasi del tutto annacquati da un genere più soft rock, quasi pop in alcune canzoni. Ma i primi album non si discute, sono quasi dei capolavori, con testi molto poetici, che a volte rimandano a scrittori famosi e musiche oniriche. Sono stata una grande fan di Robert Smith e del suo gruppo, avevo tutte le loro musicassette quando ero adolescente, e le ho praticamente consumate a forza di ascoltarle. E la sua figura, a tutt'oggi, mi rimanda a quel passato, dove le sub cultures erano veramente sottoculture e non hipsterate come al giorno d'oggi. Un passato in cui farsi i capelli alla Robert Smith non significava avere semplicemente una bella capigliatura da postare su instagram o facebook per farsi vedere, ma significava ascoltare la musica di Robert Smith.
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