Opinione su Scusate il ritardo: Apologia dell'indolenza

Apologia dell'indolenza

01/07/2019

Vantaggi

Comicità paradossale

Svantaggi

Film minore


Dopo l’esordio come regista con Ricomincio da tre, che nel 1981 fu campione di incassi, Troisi si trovò di fronte a grandi aspettative per il suo secondo film.
L’attore, con la sua abituale ironia, scherzò su questa spasmodica attesa quando Pino Caruso gli consegnò un premio a Taormina. Rispondendo a una domanda sui progetti per il futuro, disse: “Sto aspettando di sbagliare il secondo film, visto che tutti mi dicono ‘Guarda che il secondo film è quello più difficile’. Io adesso lo sbaglio, così passo subito al terzo”.
In realtà il secondo film di Troisi, Scusate il ritardo, uscito nel 1982, non fu un’opera così deludente. Anzi confermò la vena surreale e alcune delle tematiche già emerse nel lavoro precedente.
Ma non si trattò di un film fotocopia di Ricomincio da tre, bensì di un’opera speculare.
La trama, infatti, stavolta non parla di un giovane napoletano che parte, ma di Vincenzo, un trentenne (o quasi) che si accontenta di vivere ancora in famiglia, in maniera passiva. L'incipit ci mostra un funerale. E proprio in quest’occasione il protagonista conosce Anna (Giuliana De Sio), un’amica di sua sorella con cui nascerà una contrastata storia d’amore. Per tutto il film il carattere indolente di Vincenzo crea problemi nella coppia, perché lei è una fidanzata molto esigente. Alla fine, non sentendosi appagata, Anna lascia Vincenzo, che però, a dispetto della sua apparente insensibilità, cade in depressione. La sceneggiatura incrocia questa relazione amorosa con un’altra, quella di Tonino (Lello Arena), un amico di Vincenzo che è stato lasciato dalla sua ragazza “per colpa di uno svedese”. Proprio quando Tonino ritrova la serenità con una nuova compagna, Vincenzo viene lasciato, e i ruoli si invertono. Sicché, nella scena finale, è proprio Tonino a favorire un riavvicinamento fra Anna e Vincenzo, che si conclude con un finale aperto; non sappiamo se torneranno insieme, ma ormai la maschera di indolenza è caduta dal volto del protagonista.
Anche in Scusate il ritardo, quindi, come già accadeva nel precedente film, Troisi propone un ritratto anticonvenzionale di Napoli e della sua generazione. Niente retorica e sentimentalismi trash, jeans e magliette, né popcorn e patatine, ma una storia minimalista che non diventa mai sdolcinata, anzi è attraversata dalle folate di comicità dei monologhi surreali del protagonista e delle gag con Lello Arena, una spalla su cui ridere come Troisi non ne troverà più per il resto della sua carriera.


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bardo18

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Altre opinioni degli utenti su Scusate il ritardo

  • scarabattolino
    opinione inserita da scarabattolino il 07/01/2019
    Anche questo film ha raggiunto un livello di visione altissimo perchè l'attore ha dato il meglio di se in un'interpretazione di un trentenne disoccupato in continua competizione con il fratello che è ...
    Continua a leggere >
    Divertente, veritiero
    nessuno
  • jimorris
    opinione inserita da jimorris il 17/11/2016
    Massimo Troisi ha sempre goduto di grande fama, ma io non sono mai riuscito ad apprezzarlo come artista nè come regista. Quando era al top, io ero un bambino, ma anche rivederlo ins eguito non mi dive...
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    personaggi, complessità dialoghi
    divertimento, esagerazioni, accento non sempre comprensibile
  • fb-edoardoderosa
    opinione inserita da Edoardo de Rosa il 27/11/2015
    E anche questo pomeriggio impegno un pò di tempo nel presentarvi un film diretto e con protagonista il grande ed indimenticabile Massimo Troisi. "Scusate il ritardo" vede la luce nel 1983, due anni do...
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    80%
    Rivedere Massimo Troisi è Sempre Un Vantaggio
    Non A Livello Di "Ricomincio Da Tre"