La realtà sublimata nella narrativa dei campi di concentramento
Vantaggi
Una narrazione oggettiva e toccante al medesimo tempo
Svantaggi
Soltanto se si è troppo sensibili alla crudezza del tema
Primo Levi ricorda e descrive con dovizia di particolari una delle esperienze umane più terribili: la reclusione in un campo di concentramento. Ne uscirà vivo, ma l'esperienza non è di quelle che si dimenticano, nemmeno dopo decenni. La narrazione che fa di Auschwitz, nonostante la disperazione che deve avere provato, è lucida e oggettiva, priva di sentimentalismi eppure forse proprio per questo tanto più toccante. C'è un episodio del libro, forse secondario, che dopo tanti anni risulta quello che mi è rimasto più impresso. E' il momento in cui Primo Levi si ritrova costretto a operare come chimico, la sua antica professione. Il lager l'ha spogliato di tante cose, fisiche ed emotive, eppure con sua grande sorpresa scopre che la chimica torna a lui con estrema facilità, come se ignara di essere stata dimenticata a lungo e che il povero cervello in cui deve reinsediarsi ha patito le conseguenze della fame, del freddo, della mancanza di sonno... Eppure è proprio questa facilità con la quale ricorda le formule chimiche a rendere ancora più evidente e straziante, almeno per me, lo spreco del precedente oblio tanto insensato. Un bel libro davvero, Se questo è un uomo, che ha ancora senso essere letto dopo oltre settant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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