Opinione su Segreto di famiglia - Mikaela Bley: Un thriller con un aspetto inusuale
Un thriller con un aspetto inusuale
06/06/2020
Vantaggi
Questo thriller è un libro consigliato a chi vuole leggere una storia coinvolgente, ma non troppo complessa nella costruzione delle vicende, che in particolare analizzino l’aspetto psicologico dei protagonisti.
Svantaggi
non trovati
Le protagoniste di questa storia dell’esordiente Mikaela Bley sono tutte donne, molto diverse tra loro ed ognuna di esse coinvolta in modo totalmente personale nella scomparsa di Lycke, una bambina di soli otto anni che da un giorno all’altro fa sparire le sue tracce.
I genitori sono i primi ad essere messi sotto i riflettori ma non finisce qui il grado di coinvolgimento parentale di questa strana famiglia, nella quale la figura della bambina appare sin dalle prime pagine paradossalmente sbiadita e inafferrabile.
Ellen, la giornalista di cronaca nera che decide di occuparsi del caso, non è la solita detective come spesso accade in romanzi simili, ma è una donna che rimane estremamente colpita da quella tragedia che all’apparenza sembra rinchiusa in un totale ed asfissiante mistero.
L’attrazione quasi perversa che la donna prova per quella storia deriva dal suo passato e dalle sue esperienze. Anch’ella ha vissuto una situazione simile negli anni addietro e che ha riguardato la sorella. Una situazione, dunque, al limite dell’accettabilità che risveglia in lei il sapore delle lacrime e dell’immenso dolore provato per quella ferita che ancora sanguina e che è insanabile.
Tutto sembra incentrato su di lei. L’autrice gioca molte carte a favore di questo personaggio rendendolo il polo attrattivo dell’intera trama. Nonostante ci siano anche altre donne che occupano la scena, tutte figure familiari che hanno in qualche modo cresciuto Lycke, accompagnandola negli anni della sua vita, è Ellen ad avere maggiore spazio e anche maggiore forza caratteriale e persino emozionale.
In altre parole, mentre la madre naturale Helena e il marito, che ormai sono divorziati, sembrano quasi privi di emozioni ma ancora peggio, non mostrano di conoscere niente o quasi della figlia, presentando un’apatia che lascia davvero esterrefatti e un’indifferenza che risulta essere incomprensibile da parte di due esseri che dovrebbero amare la loro bambina, Mona, la tata, è l’unica a provare e manifestare dolore per quella perdita.
Per non parlare di Chloè, la nuova compagna del padre e dunque matrigna di Lycke, che fin dalle prime battute, mette in evidenza il suo odio e il suo fastidio per quella bambina che sembra averle tolto l’aria. Insomma una donna cattiva, antipatica, fredda e scostante che non si fa problemi a dimostrare tutto il suo odio per una ragazzina priva di difese ed essenzialmente fragile.
L’autrice usa uno stile molto semplice, i dialoghi e le descrizioni sono scorrevoli e raggiungono nell'immediato l’immaginario del lettore senza spingersi oltre i confini della semplice e diretta stesura di un giallo. Voglio dire che non ci sono grosse complicanze nell'intreccio e gli indizi vengono seminati lentamente e con parsimonia, cercando, ovviamente, di allontanare il più possibile, il lettore, dall'ipotetico colpevole.
Come dicevo, tutta l’attenzione si concentra su Ellen, ed è tale da seguire questo personaggio non solo nel suo coinvolgimento all'interno della scomparsa ma addirittura nella nascita e nell'evoluzione che la vede partecipe di una particolare storia d’amore.
Questo è un aspetto inusuale in un thriller del genere. In altre parole, per essere chiari, seguendo l’intreccio, non ti aspetti che poi ci sia un tale approfondimento che porta inevitabilmente la storia verso binari assolutamente differenti, ossia romantici.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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