Opinione su Sfide: Una trasmissione dedicata agli sportivi
Una trasmissione dedicata agli sportivi
21/01/2020
Vantaggi
Momenti epici di sport
Svantaggi
assolutamente nessuno
Le grandi sfide, Bartali contro Coppi, Agostini contro Pasolini, Hailwood, Phil Reed, o i grandi tornei mondiali con la Nazionale di Calcio dei Boninsegna, Riva, Bettega, Paolo Rossi. Magnifico!
Devo dire che in particolare mi hanno emozionato le storie della formula uno, uno sport che seguo sin da bambino negli anni sessanta. Ricordo James Hunt ancora pilota di Formula Tre, capace di divenire un cronista accreditato di Autosprint e di autopromuoversi già allora mediaticamente e lo sfidante Lauda, l'uomo dei grandi successi e delle gesta eroiche.
Questi due piloti si scontrarono sulle piste di tutto il mondo e benchè non si amassero, si rispettavano. Ora che tutti e due ci hanno lasciato, rivedere le loro epiche gesta alla guida di monoposto pericolosissime, facili prede per il fuoco e le miriadi di fratture che ognuno di loro contava sul proprio corpo.
Formidabili quegli anni, niente a che vedere con i pur bravissimi campioni odierni, sempre più spesso vittime inconsapevoli del tanto denaro quadagnato.
Allora non era così e Lauda si indebitò per correre con una Banca Austriaca, salvo poi restituire il dovuto. Divenne poi un imprenditore aeronautico, fondando la celeberrima Lauda Air, di cui fù anche Comandante Pilota.
Hunt, l'inglese, era stato fortunato. Aveva incontrato un ricco Lord Inglese appassionato di Formula uno che gli mise a disposizione la sua Heskett con cui James lottò aspramente, più che con gli avversari, col tenerne le gomme in pista.
Nel Calcio poi, rivedere partite come la famosissima e storica Italia Germania, o i Derby Inter Milan, con Facchetti, Mazzola, Rivera. Emozioni da perdere il fiato.
Nel ciclismo non solo Coppi e Bartali ma anche Eddie Mercks, il mio conterraneo Ercole Baldini e via via ancora sfide.
Renzo Pasolini e Jarno Saarinen furono protagonisti indiretti visto che ambedue lottarono con il Campione dei Campioni, quel Giacomo Agostini in sella alla sua MV Agusta, imprendibile su ogni pista. I contendenti tentavano la sorte e qualche volta vincevano se non ci lasciavano la pelle.
Troppo grande il divario con quella moto e bravissimo Mino a guidarla senza cadere.
Il record in Messico di Pietro Mennea, un'altro amico perduto, nei 200 metri volò sul tetto del mondo. Si racconta che Pietro non andasse mai a casa per non sospendere gli allenamenti che svolgeva presso l'Acqua Acetosa di Roma e che i suoi parenti lo reclamassero senza aver mai soddisfazione.
Lo vidi allenarsi in occasione di una competizione ginnica a Roma. Aveva una speciale imbracatura con un cavo arrotolato ad una frizione e collegato al motorino del suo allenatore.
Iniziava a correre tenendo frenata la frizione e l'allenatore dava gas fino alla massima velocità. Pietro quando non teneva più il passo colpiva un bottone di sicurezza liberandosi dal cordame. Diceva che gli apriva la falcata, condizione indispensabile per un centomentrista come lui.
Eroi della mia giovinezza, grandi campioni, la nostra Storia sportiva!
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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