L'adolescenza delle due amiche
Vantaggi
La vicenda è interessante, introspezione femminile
Svantaggi
Certe parti noiose altre da romanzo rosa
Dopo aver amato il primo libro L'amica geniale non ho potuto non leggere il secondo. Le vite delle due amiche si dividono e si rincontrano prendendo però due percorsi molto diversi. Lila nonostante sia la più intelligente incomincia a subire la durezza della vita, in particolare di una vita di sottomissione e di miseria. Lenú si attacca sempre di più allo studio come ancora di salvezza riuscendo ad uscire sia psicologicamente che geograficamente dai confini del rione. Tra loro non solo la distanza di luoghi e di ambienti ma anche la divisione profonda che solo un amore conteso può causare, un Nino Sarratore etereo e a mio avviso vanesio. Questo libro a tratti mi è piaciuto più del primo per la maggiore maturità degli argomenti e per essere meno ancorato al fattore scuola. Dall'altra le crisi inutili e incomprensibili e la crescente meschinità di Lenú sono insopportabili. C'è da ammetter però che il bello della Ferrante è quel suo scrivere dell'intimo pensiero femminile in maniera così veritiera che nessuno per buonismo oserebbe fare. L'invidia e lavoglia di prevalere sull'altra sono spesso alla base dei rapporti femminili. La scena più bella è quando Lenú si veste al meglio per portare La fata blu a Lina e dice che vuole farle capire quanto sia stata importante per lei ma alla fine deve ammette che il vero intento era mostrarle che aveva vinto lei nella vita, ma ne esce sconfitta. È bello il messaggio che questa parte vuole dare. Ciò che non mi è piaciuto è la parte "rosa" legata alla "storia d'amore" con Nino, sembra di leggere il classico romanzo rosa e certe parti relativcertepensieri di Lenú troppo prolisse e con periodi che sembrano solo esercizi di stile che allungano e appesantiscono la lettura. Tutto sommato lo consiglio.
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