Opinione su Storia del nuovo cognome - Elena Ferrante: Lettura “difficile”
Lettura “difficile”
09/04/2020
Vantaggi
un anello che unisce il secondo volume con il quarto
Svantaggi
a volte noiosetto nella parte centrale concentrata ad Ischia
"Storia del nuovo cognome" riparte dal punto esatto in cui termina il primo volume, l’arrivo inaspettato dei fratelli Solara al matrimonio di Lila, e non soltanto ne eredita i problemi, ma alcuni di essi addirittura peggiorano, a cominciare dall’incipit, caratterizzato da una fortissima continuità con la conclusione del romanzo precedente, "Nell'Amica Geniale" gli eventi sono generalmente piuttosto condensati e sono poche le fasi in cui la trama si trascina, in "Storia del nuovo cognome" la tendenza invece è a dilatare gli eventi senza nessun motivo apparente se non quello di riempire le pagine è portata all’estremo e tocca il culmine nella parte centrale del romanzo, la vacanza a Ischia, che si protrae per 123 pagine che però sembrano il doppio per la minuziosa quanto inutile descrizione di ogni singola passeggiata sulla spiaggia, ogni singolo bagno, ogni singolo pranzo, ogni singola chiacchierata al chiaro di luna. Il risultato è la noia, intervallata da brevi guizzi di interesse quando si approssima una svolta decisiva o apparentemente tale, perché potrebbe sempre intervenire l’ennesima gita ai Maronti a far ripiombare tutto nel nulla assoluto.
Le parti più vivaci e interessanti del romanzo sono quella iniziale e quella finale, nelle quali gli eventi sono narrati in modo più rapido e incalzante. È un vero peccato, perché se fosse stato tutto un po’ più condensato, la lettura sarebbe stata più piacevole.
Il rapporto tra Elena e Lila, inoltre, resta più o meno invariato, ovvero snervante, assurdo e avvilente per la maggior parte del tempo. Elena è invidiosa di Lila, si sente inadeguata e tenta di imitarla o mostrarsi superiore, del tutto incurante del fatto che la sua amica ha sposato un bruto che le rovina l’esistenza, mentre a lei si aprono le porte di un futuro migliore grazie alla conclusione degli studi: tutto ciò non conta nulla per Elena, ha importanza solo che Lila abbia già rapporti sessuali e lei no, non essendo ancora sposata. Nel rione non c’è una donna o una ragazza che faccia una scelta davvero positiva e intelligente per se stessa e il proprio futuro.
Elena, Lila e gli altri personaggi femminili si muovono quasi esclusivamente tra pettegolezzi, ingiurie, rivalità, cattiverie, affannosi tentativi di primeggiare agli occhi degli uomini e più sono maltrattate, più li inseguono e li desiderano.
È vero che la vicenda si svolge tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta e che all'epoca la sensibilità verso questi argomenti non era paragonabile a quella odierna, quindi non si può pretendere che Elena, cresciuta in un ambiente violento, ignorante e maschilista sia pienamente consapevole di cosa sia un abuso sessuale.
Ancora una volta la Ferrante racconta comportamenti assurdi o sbagliati in un ambiente a dir poco ignorante ma probabilmente vero. Lila ed Elena alla fine hanno un amicizia che in realtà è un rapporto problematico, malato e alquanto negativo per entrambe, certo, non ha senso rappresentare personaggi perfetti che fanno sempre e solo la cosa giusta, perché non sarebbe realistico. Sbagliare è umano ed è normale che Elena e Lila commettano errori, talvolta anche molto gravi. In " Storia del nuovo cognome", dunque, ci sono diversi aspetti problematici e non sono pochi né facilmente trascurabili, eppure c’è sempre una molla che spinge a proseguire la lettura nonostante tutto per scoprire cosa succederà a questi personaggi, complessi e ben strutturati anche quando si fanno detestare. A eccezione della parte ischitana, che è davvero noiosa, la narrazione fluisce con facilità.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
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sviluppo
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adatto a tutti
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