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1 Opinioni per Storia di una scala - Antonio Buero Vallejo
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  • lolaconiglio
    spaventosamente attuale, pur nel suo essere datata
    opinione inserita da lolaconiglio il 08/02/2020
    Il titolo originale di quest'opera teatrale è "Historia de una escalera", dato che l'autore, Antonio Buero Vallejo, era un letterato spagnolo del secolo scorso. Sono venuta a contatto con la letteratura spagnola e latinoamericana, tra cui questa che ritengo una bellissima opera, in lingua originale, grazie al mio corso universiario in lingue, lettere e traduzione. Storia di una scala è ambientata nella prima metà del novecento e narra le vicende dei condomini di un edificio che non nuotano esattamente nell'oro, ma risentono pesantemente delle conseguenze della guerra civile spagnola degli anni trenta. La scala dell'edificio in cui i personaggi dell'opera si incontrano è ritenuta quale testimone e custode delle loro ansie, speranze e dei loro dispiaceri. E' in quella scala che Fernando e Carmina dichiarano a vicenda i sentimenti dell'uno per l'altra e si scambiano promesse che l'inetto Fernando poi non manterrà, complici i suoi sogni infranti di riuscire a far carriera nel mondo dell'architettura. Attratto dalla vita agiata, lascia Carmina per sposare Elvira, che pur non ricca, vive comunque in condizioni migliori rispetto alla prima fidanzata e a se stesso. Il condomino Urbano, in apparenza ben più intraprendente e sveglio di Fernando (ma neanche lui riuscirà a far carriera in ambito sindacale come sperava), già da tempo innamorato di Carmina, chiede allora a quest'ultima di sposarlo, offrendole affetto e conforto. La ragazza, attratta dalla generosità dell'uomo, accetta. A distanza di parecchi anni si ripete identica la scena tra i figli di entrambe le coppie, che portano curiosamente (ma volutamente, nel rispetto del simbolismo letterario) gli stessi nomi dei genitori, Fernando e Carmina. Fernando, figlio di Fenrando ed Elvira, finanche caratterizzato dall'identica velleità del padre di tentar carriera nell'ambito dell'architettura, in quella stessa scala condominiale ripete a Carmina, figlia di Carmina e Urbano, gli stessi progetti paterni. Dapprima contrari al fidanzamento dei figli a causa di gelosie e ripicche trascinatesi per decenni tra loro, i genitori finiscono per allontanarsi a testa bassa e con la coda tra le gambe da quella scala custode dei cimenti condominiali, dopo avere con sgomento assistito, non visti, al ripetersi identico della propria vicenda. Ho apprezzato parecchio quest'opera intrisa di crudo realismo, che riflette i malesseri della società spagnola del tempo. Ma non soltanto, direi. Pur datata, la considero "spaventosamente" attuale, specchio della società non soltanto spagnola moderna, ma anche del tutto il sud dell'Europa e di svariati altri paesi del continente latinoamericano colpiti da inarrestabile recessione finanziaria e sociale. Quante volte i grandi sogni di una brillante e "vaporosa" carriera dei nostri ragazzi non si sono infranti sul selciato di arena della realtà, le cui vicende rendono i sogni il classico "passo più lungo della gamba"? Quante volte non si è sperato in circostanze migliori per la generazioni future, per vederle poi commettere gli stessi errori dei padri? Quest'opera, pur al di là di quelle che nella sua epoca erano le intenzioni dell'autore, al giorno d'oggi mi pare acquisisca in sovrappiù una funzione pedagogica: non dico di esortare all'avvezzarsi a un atteggiamento da rinunciatari vita natural durante, ma di mantenersi con i piedi per terra, ricercando la saggezza nel riconoscere quali sogni e progetti siano destinati a restare tali poichè del tutto privi di qualsiasi appiglio alla realtà e quali invece realizzabili. sia pure a fronte di grandi sforzi. Insomma, oggigiorno Storia di una scala insegnerebbe anche a non fare passi più lunghi dela gamba. Ne consiglio ovviamente la lettura, senz'altro imprescindibile per gli studenti di lettere ispaniche e traduzione, ma utile anche a qualsiasi universitario, specie nell'ambito di lettere e filosofia e scienze pedagogiche. Poco adatta però ai bambini, perchè davvero impegnativa e profonda, non alla portata della tenera età.
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    conoscere il realismo spagnolo del dopguerra civile, funzione pedagogica
    pesante per bambini