Opinione su The Family Man: se solo...

se solo...

Jack Campbell lascia la fidanzata in lacrime per andarsene a studiare economia in una città lontana. Ovviamente la ragazza si rende conto che il successo può portare il fidanzato lontano da lei affettivamente, oltre che fisicamente e mandare all'aria i loro progetti matrimoniali. Infatti così avviene: Jack diventa un mago della finanza cinico e pure donnaiolo e ovviamente non torna più. Finchè un giorno gli capita uno strano incontro con un ancor più strano uomo di colore. Quest'ultimo è in realtà un angelo che lo trascina in un viaggio in un passato che si sarebbe verificato se solo anni prima Jack avesse rinunciato al successo per poter sposare la fidanzata di una vita. E così Jack si ritrova senza macchina nè appartamento di lusso, nè una carriera brillante, ma nella tipica villetta americana, modesto venditore di gomme sposato da anni con la fidanzata di sempre, lei diventata avvocato senza una stabile carriera e con due figli piccoli. L'avventura sarà scioccante e impattante, ma Jack finisce per amare quella vita in famiglia. Senonchè, come l'uomo di colore lo aveva avvisato, quella è soltanto una sbirciatina...
Il film mi è piaciuto innanzi tutto per la tematica del viaggio nel tempo, che inutile dirlo, trovo che sia un argomento davvero affascinante tanto quanto è utopico. Un viaggio nel tempo a sè stante, atipico, dato che fa vedere lo scenario che si sarebbe realizzato qualora Jack avesse fatto scelte diverse. In pratica quello che chissà quanti di noi vorremmo.
C'è poi un'ambientazione nataliazia, che sottolinea il legame che nel mondo americano vede il Natale strettamente legato alla famiglia, avendo in troppi dimenticato che per quanto bello trascorrerlo con i propri cari, il Natale è il ricordo della nascita di Gesù e non la festa della famiglia.
Ora però non saprei dire se l'intenzione della produzione fosse anche quella di rimarcare la trita e ritrita contrapposizione che in molti film americani vuole per forza vedere una carriera brillante in contrapposizione con il crearsi una famiglia felice. L'una non esclude per forza l'altra. Non è il successo in sè e per sè a distruggere una sana relazione familiare, ma l'incapacità di affrontarlo nella giusta prospettiva, la debolezza o l'instabilità di carattere di chi si lascia trascinare ad ogni soffio di venticello. E l'errore di mettere il successo al di sopra di ogni cosa.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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