Opinione su Totò Schillaci: Il bomber dell'estate 1990
Il bomber dell'estate 1990
15/03/2016
Vantaggi
simbolo di Italia 90
Svantaggi
non un campione
Deve al sua celebrità per il fatto di essere divenuto, meritatamente, il capocannoniere del Mondiale del 1990 disputato in Italia.
A quel Mondiale Schillaci giunse come riserva ma, complici alcuni infortuni di Gian Luca Vialli, l'ostracismo di Azeglio Vicini nei confronti del suo ex pupillo Roberto Mancini, le liti tra l'allenatore e Andrea Carnevale si ritrovò, ben presto, titolare.
Segno 6 reti in 7 partite succedendo al grande Gary Lineker sul trono dei bomber.
Dopo quell'impresa, però, inizio la sua, irreversibile, parabola discendente.
Infatti alla Juventu smise di segnare con continuità ( il primo anno, invece, segnò ben 15 reti) e venne ceduto all' Inter dove confermò la sua, acquisita, sterilità. All'inizio a Torino legò molto con Baggio ma, poi, i rapporti tra i due si raffreddarono.
Ottenne, a questo punto, una chiamata dal Giappone e decise di partire per andare a guadagnare molto in un campionato, all' epoca, mediocre.
Li segnò tantissime reti e, in alcuni periodi, si parlò di un suo ritorno in Italia che, però, non avvenne mai. In Giappone, ancora, oggi, è ricordato con affetto dai tifosi del Sol Levante.
Schillaci, nell'immaginario collettivo, è il giocatore modesto che riesce a competere con i campioni, i suoi occhi spiritati hanno fatto il giro del Mondo facendo diventare il simbolo di quel Mondiale. Per questo ha sempre riscosso molte simpatie.
Chiuse la carriera azzurra con un bottino di 7 reti in 15 gare.
Schillaci ha lasciato un ottimo ricordo a Messina, li con Zeman e con Franco Scoglio come allenatori, ha segnato caterve reti con il record di 23 palloni scaraventati in reti che gli valsero, con merito, lo scettro di capocannoniere della serie B.
Proprio Scoglio parlando di lui disse, chiaramente, che era un attaccante generoso ma imbarazzante dal punto di vista tattico e che, quando faceva tattica, lo faceva uscire dallo spogliatoio.
Come punta a me non piaceva molto, era scaltro, furbo e veloce è vero ma, tecnicamente, era limitato.
Io ho sempre amato i giocatori tecnici e lui non era tra questi.
Fisicamente non era potente ma, nel duello fisico, sapeva farsi rispettare.
Io credo che, in carriera, avrebbe potuto fare meglio.
Specie nell' Inter, che all'epoca era una squadra scarsa, avrebbe potuto segnare maggiormente.
Globalmente lo ritengo un attaccante inferiore a tanti ma, questo glielo riconosco, ha saputo con grinta e carattere supplire alle carenze tecnico tattiche. Ha giocato in una serie A fortissima, c'erano attaccanti come Marco Van Baste, Antonio Careca, Luca Vialli, Rudy Voeller, Jurgen Klinsmann,Aldo Serena, Ruben Sosa, Marco Simone o Carlos Aguilera, insomma io credo che nella serie A di oggi probabilmente segnerebbe piu reti di allora. Oggi, secondo me, c'è un attaccante in serie A che gli somiglia molto, mi riferisco a Gilardino che, pur non essendo un campione, riesce a fare gol nonostante gli evideni limiti tecnici.
Oggi dirige una scuola calcio a Palermo, sua città natale, e anni fa ha partecipato all' Isola dei Famosi e ad una fiction televisiva dove interpretava un mafioso.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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