Opinione su Trent'anni... e li dimostro - Amabile Giusti: Romanzo prevedibile e banale

Romanzo prevedibile e banale

06/05/2020

Vantaggi

Romanzo prevedibile, banale, di cui ho notato il sarcasmo o umorismo fin troppo frequente ma che non mi ha praticamente suscitato nemmeno un sorriso. Le situazioni in cui l’autrice pone la sua protagonista sono troppo esasperate, così come esagerata è la bassa autostima di Carlotta e inconcepibile (se non in libri e film) il comportamento tenuto da lei e Luca l’uno verso l’altro.

Svantaggi

troppe parolacce


Le mie perplessità su questo romanzo è GRANDE purtroppo a lettura conclusa non posso che confermarmi come una voce fuori dal coro di entusiastiche recensioni: a me “Trent’anni… e li dimostro” non è piaciuto. Non che sia un libro orrendo (tant’è che alla fine come giudizio mi sono assestata su un generoso nella media), ma tutta l’ironia e il divertimento, l’entusiasmo per la coppia protagonista (composta da due opposti così diversi eppure inseparabili), l’emozione per le disavventure di Carlotta io proprio non li ho avvertiti. La lettura è stata scorrevole ma piatta, senza emozioni.
Il primo fattore che credo abbia pesato nel mio giudizio è l’estrema prevedibilità della storia. Il racconto parte da un rapporto sbilanciato (lei ama lui, lui considera lei soltanto un’amica), passa attraverso le varie fasi dell’attrazione-gelosia-odio, si condisce di una struggente separazione e poi accomoda tutto nel finale. Niente di nuovo, al contrario tutto già abbondantemente visto, compresi gli spunti di contorno dati dai fraintendimenti, dalle sorelle cattive, dai disagi familiari, dall'amico a sua volta attratto senza essere corrisposto.


Nè l’autrice si salva con gli episodi di contorno, che sono di fatto quasi sempre gestiti puntando su cliché noti e ben sperimentati. Sul finire dell’anteprima la Giusti aveva introdotto per esempio l’invito al matrimonio di cugina, evento ovviamente sgradito a Carlotta che partecipando si sarebbe ritrovata non solo a stretto contatto con una madre critica ed una sorella perfettina, ma sotto gli occhi di uno strambo e vociante parentado che avrebbe commentato la sua mancanza di un fidanzato, il suo lavoro precario, la sua vita insoddisfacente.

Io speravo vivamente che le nozze “ad invito forzato” potessero dar luogo a qualche vivace scena inattesa, invece come nella più consolidata tradizione romantica contemporanea la protagonista viene salvata dall'arrivo del suo coinquilino ed amico che si finge innamorato per ingannare l’allargata famiglia di Carlotta. Altrettanto banale è capire l’identità della bella ragazza elegante con cui Luca si dimostra insolitamente tenero, oppure il futuro che attende la sorridente vicina di casa del padre di Carlotta, o ancora il triangolo amoroso destinato a svilupparsi fra l’eroina, Iriza e Franz.

Insomma, praticamente tutto quello che la Giusti ha narrato aveva un retrogusto amaro di spunto fin troppo consolidato. Solo lo spazio concesso nella seconda metà del romanzo alle vicende lavorative di Carlotta, alla sua partecipazione allo spettacolo, si sono rivelati inattesi – e sono uno dei due motivi per cui non ho assegnato il punteggio minimo a questo libro.

Decisamente negativa è stata invece per me la caratterizzazione dei personaggi, che ho trovato stereotipata e banale. Carlotta appare al mondo come non proprio bellissima, ma lei si descrive perennemente come buffa-strana-brutta, insistendo sulle lentiggini e i capelli ricci quasi fossero un marchio che la sfigura. Ma al di là dell’aspetto fisico non mi convince molto questa trentenne che si innamora a prima vista e non supera la cotta neppure quando il suo presunto principe azzurro fa di tutto per dimostrarsi se non proprio una canaglia comunque una persona con una visione dell’amore diametralmente opposta.


La copertina della prima edizione, auto-pubblicata, del romanzo
Per Carlotta in teoria la vita dovrebbe essere addormentarsi con la testa sulla spalla dell’uomo amato, svegliarsi con lui, avere dei figli da lui. Per Luca l’amore nemmeno esiste, lui pensa solo al sesso, nega di volere una compagna fissa, la sola idea lo inorridisce, eppure la sua coinquilina persevera a sbavargli dietro segretamente. Perché se non per il bel fisico e il fatto che lui a letto sia evidentemente un asso?

Quando poi i due finalmente finiscono per avere la loro (prevedibile) notte di passione, la situazione precipita ancora di più nel ridicolo: fraintendimenti inspiegabili, liti che non avrebbero neppure due liceali, dispettucci maligni, chiamate senza risposta … Luca e Carlotta paiono davvero adolescenti alla prima cotta e la Giusti non sa spiegarne il comportamento, o almeno non si prende il disturbo di farlo. Carlotta è – in tutta la storia – una creatura a suo modo solare che crede nel vero amore, Luca un uomo che ci scopre geloso di quella che pensava fosse solo un’amica ma incapace di accettare e dimostrare subito i suoi nuovi sentimenti si trincera in un muro di silenzio e prende per verità le bugie di lei.

Se i protagonisti sono banali e prevedibili, i comprimari poi si riducono ad autentiche sagome di cartone, per di più fissati praticamente tutti con il sesso. La mamma vamp con ambizioni da diva hollywoodiana che non si fa problemi a regalare perizomi leopardati e pieni di piume; la sorella meravigliosa d’aspetto e strega nell’anima (ma che naturalmente avrà le sue ragioni, esposte in un paio di paragrafi scarsi e poi lasciate cadere nel dimenticatoio); le amiche con una vita sentimentale altrettanto infelice; un ambiente di lavoro strampalato quasi quanto quello familiare.

Ad esasperarmi infine è stata l’esagerazione che già dai primi capitoli ha accompagnato lo svolgersi delle vicende e soprattutto le azioni di Carlotta: possibile che la protagonista non possa fare un passo senza attirarsi figuracce di ogni tipo? Inciampa nel teatro, vomita sulle scarpe del suo accompagnatore, si fa sorprendere seminuda dalla madre – quanto fatto da Carlotta capiterebbe ad una persona normale nel giro di una vita intera, a lei un giorno sì e uno no, mentre nulla di quotidiano e banale sembra destinato a succederle. Peccato che dopo un po’ l’esagerazione si faccia scontata e non susciti neppure più il sorriso.

Perché dunque non catalogare “Trent’anni… e li dimostro” fra i libri peggiori? Sia per la parentesi sul lavoro di Carlotta, che come ho scritto più sopra dopo la metà del romanzo si fa più insolita e a suo modo interessante, sia per lo stile della Giusti. Non è il tipo di umorismo che io prediligo (e ho trovato un po’ troppe parolacce disseminate sia nei discorsi che nei pensieri della protagonista e voce narrante della storia), ma riconosco che ogni pagina è piena di sarcasmo – caratteristica che non posso fare a meno di apprezzare, ma consigliare il libro non me la sento proprio si può leggere di meglio.

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clary
clary 827 opinioni Aggiungi agli amici


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Altre opinioni degli utenti su Trent'anni... e li dimostro - Amabile Giusti

  • hope1981
    opinione inserita da hope1981 il 04/09/2017
    Non è la prima volta che leggo un libro di Amabile Giusti e ogni volta rimango sempre piacevolmente colpita dai suoi romanzi. Ho scelto di leggere "Trent'anni e li dimostro" in quanto sono rimasta sub...
    Continua a leggere >
    Romantico, carino e simpatico
    Nessuno in particolare