Opinione su Ulisse - James Joyce: Leopold Bloom (Ulisse) e il viaggio nella "sua" coscienza
Leopold Bloom (Ulisse) e il viaggio nella "sua" coscienza
15/10/2016
Vantaggi
Conoscere meglio le grandi novità tecniche della letteratura novecentesca
Svantaggi
Parecchi se non si possiede una sorta di filo d'Arianna che guidi nella lettura
Ma perché questi due personaggi rimandano ad Ulisse? Perché, a poco a poco, tra i due s'instaura un rapporto che ricorda (alla lontana) quello dell'antico eroe Omerico (appunto Ulisse) e suo figlio Telemaco (Stefano Dedalo). Il rapporto sta anche in questo dato (simbolico) estremamente importante: Ulisse è l'incarnazione del "viaggio" avventuroso attraverso terre misteriose. Ebbene: anche Bloom e Stefano compiono un viaggio; ma non fuori di se stessi, ma dentro il groviglio delle loro coscienze.
Per meglio rappresentare il "viaggio" di Leopold Bloom "dentro" gli abissi della coscienza, Joyce ha un'intuizione "tecnica" che ha fatto scuola attraverso tutta la letteratura mondiale: l'ultrafamoso "flusso di coscienza", che altro non è se non una sequenza ininterrotta di pensieri, cosiccome accade nelle coscienze di tutti noi. La resa "tecnica" è stata molto efficace: dalla pagina scompaiono tutti i punti di interpunzione, proprio a rendere "visibile" al lettore la fluidità ininterrotta dei pensieri.
Così, Leopold Bloom e Stefano Dedalo si trovano ad esperire, come Ulisse, un magico e terribile "viaggio" dentro i meandri tenebrosi della loro coscienza. Ho fiducia nel fatto che questo modesto contributo possa servire per una lettura più consapevole dell' "Ulisse" di Joyce; in caso contrario me ne dispiacerebbe parecchio, perché avrei soltanto perso del tempo (inutilmente). A risentirci.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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trama
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ambientazione
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personaggi
- sviluppo
- adatto a tutti
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