Opinione su Uno Studio in Rosso - Arthur Conan Doyle: La prima grande avventura

La prima grande avventura

20/04/2018

Vantaggi

Ottima trama, un grande inizio

Svantaggi

seconda parte troppo prolissa


Come potevo astenermi dal recensire la prima grande avventura di Sherlock Holmes? Doyle pubblicò quest'opera per la prima volta nel 1887 e vede nascere il più grande detective della storia della letteratura.

John Watson, chirurgo militare, è approdato a Londra dopo essere stato congedato dall'esercito per le ferite riportate durante la seconda guerra Afghana. Con la sua pensione a mala pena riesce a vivere e decide di dare una ridimensionata alle proprie spese, magari trovando un coinquilino con cui dividere l'affitto. Ne parla con Stamford, un vecchio amico incontrato per caso, che gli dice sia la seconda persona, quel giorno, a dirgli una cosa del genere. Il primo è stato Sherlock Holmes, un uomo il cui misterioso mestiere lo porta spesso in ospedale a condurre esperimenti. Fa conoscere i due, che presto si trasferiscono al 221B di Baker Street.
Watson inizia a studiare il suo curioso coinquilino, le sue visite, le sue conoscenze e le sue abitudini per cercare di capire cosa faccia nella vita, finché un giorno non è Holmes stesso a dirglielo: è un consulente investigativo. Uno dei frequenti visitatori di Holmes è l'ispettore Lestrade di Scotland Yard che viene a chiedere consiglio. Spesso Holmes riesce a risolvere i casi della polizia senza muoversi dal salotto e solo raramente interviene sul campo.
Presto Watson ha modo di vedere come lavora il suo coinquilino: Scotland Yard ha mandato a chiamare Holmes per un caso particolare. Holmes interviene sul campo ed invita il suo nuovo amico a seguirlo.

Ho amato questo libro, forse perché il principio di tutto, forse perché il modo in cui Holmes scopre il colpevole è ingegnoso, forse perché ho addirittura pensato che un uomo come lui con mezzi vittoriani potrebbe fare le scarpe a parecchi poliziotti dotati della più grande tecnologia moderna. Non so, ma l'ho amato.
L'intera seconda parte è dedicata all'assassino, a descrivere il suo movente in modo particolareggiato e ricco di dettagli, quasi si sente la sua stessa rabbia. Ritengo però che dare mezzo libro a questo sia stato troppo, una decina di pagine poteva bastare.
Il giorno in cui Doyle scrisse le prime parole di questo romanzo è nata un'icona intramontabile.
Consiglio sicuramente la lettura di questo classico letterario.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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ilalub

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  • jackb60
    opinione inserita da jackb60 il 11/02/2020
    Uno studio in rosso scritto da Arthur Conan Doyle è il primo romanzo scritto dedicato alla saga di Sherlock Holmes, si parla anche del ritorno in patria del medico militare John Watson congedato per u...
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    l'inizio di tutto
    nessuno