Vardo, la città delle streghe
Agosto 2019, in viaggio con mio figlio all'estremo nord della Penisola Scandinava, fermandoci un po' a caso nei posti definiti interessanti con una ricerca approfondita su Internet: così, eccoci diretti verso un'isoletta norvegese di nome Vardo, di cui non avevamo mai sentito parlare.
La strada è perfetta e con traffico esattamente 0: ci siamo solo noi e qualche auto locale. In una giornata con un sole splendido ed una temperatura deliziosa, stiamo costeggiando il Mar Bianco che oggi proprio bianco non è, ma di un azzurro brillante, fatato che ci sembra quasi irreale a queste latitudini, ben al di sopra del Circolo Polare Artico che abbiamo lasciato molto più a sud, a Rovaniemi, il cosiddetto Villaggio di Babbo Natale. Alla nostra sinistra colline e pianure verdi, pochissimi alberi per il freddo invernale e soprattutto per il vento polare: abbiamo lasciato anche le renne che qui sono pochissime per lasciare il posto alle pecore che spruzzano di bianco qua e là il paesaggio. I paesi lungo la strada sono pochissimi, ridotti ormai a villaggi, da qui il consiglio di partire attrezzati con thermos per caffè, acqua e qualcosa da mangiare. Altri segni ci indicano che siamo in una zona completamente diversa da quelle che siamo abituati a vedere: nei paesi ci sono monumenti dedicati ai soldati russi, musei dedicati ai partigiani e alla guerra perchè questa è stata una zona liberata dalla Russia che ci fronteggia sull'altra costa del Mar Bianco. Stiamo arrivando sull'isola e alla curva vediamo due cose: da una parte una montagna non tanto alta, tristemente famosa perchè si riteneva il punto di ritrovo per i sabba delle streghe nella terribile caccia del 1600, e a destra al bordo della strada il cartello che ci indica che stiamo per entrare nel tunnel sottomarino che collega la terra ferma all'isola isolata per secoli ed oggi raggiungibile con qualsiasi condizione atmosferica.
Arrivati dall'altra parte, ci troviamo subito nella cittadina di Vardo, della regione norvegese del Finnmark, con circa 2000 abitanti. In giro c'è pochissima gente, non vediamo bar o altro per mangiare, poi ci fermiamo in un piccolo posto che sarebbe la “galleria commerciale locale”: si entra in una caffetteria piccola ma accogliente, piena di gente del posto collegata con un piccolo corridoio ad un negozietto che ha di tutto, dalle tute invernali ai giornali. Ordiniamo dei panini e sono non buoni, ma buonissimi, baguette al prosciutto con insalata!
Poi ripartiamo per girare la città: andiamo prima di tutto alla fortezza che su quest'isola di fronte alla Russia è sempre stata importantissima e molto usata: dentro si alternano prati curatissimi, cannoni di varie epoche, bunker, camminatoi a livello delle casette per la sorveglianza del mare che è di una bellezza mozzafiato.
La Fortezza Vardøhus fu costruita da re Cristiano VI di Danimarca (che allora era re anche di Norvegia) nel 1737 e fu usata anche dai Tedeschi nella II Guerra Mondiale che avevano occupata l'isola per la sua posizione strategica.
Dalla fortezza andiamo per una stradina che ben presto diventa sterrato fino allo Steilneset Museet, il memoriale delle streghe, inaugurato dalla regina di Norvegia nel 2011 a ricordo di uno dei terribili peccati del Cristianesimo, cattolico e protestante, cioè la caccia alle streghe ed agli stregoni che venivano per delle sciocchezze accusati di collusione col diavolo e arsi vivi al rogo. Qui a Vardo venivano celebrati i processi e dal 1598 al 1692 furono accusate 135 persone, tra cui bambine di 12 anni. Di esse 91(molti erano Sami di cui ci si voleva liberare) furono bruciate e per loro brilla una fiamma eterna all'ingresso del Memoriale: circondata da vetri che permettono di vedere il paesaggio e da specchi che amplificano l'effetto, una sedia con dei fori da cui passa del gas dà sfogo ad una fiamma che ricorda i roghi (il tutto dell'artista americana Louise Bourgeois).
Da qui, opera dell'architetto svizzero Peter Zumthor, si arriva ad un corridoio chiuso da due porte alle estremità (per non far entrare la luce), un corridoio dove brillano delle fiammelle con 91 placche con i disegni che ricordano le 91 vittime di quella follia, per la precisione 77 donne e 14 uomini. Un monumento stupendo e terribile nello stesso tempo, un monumento che fa venire la pelle d'oca e mi ha dato un senso di paura anche per il fatto che all'interno eravamo solo noi!
Infine, eccoci poco fuori della cittadina su una strada in parte sterrata per raggiungere un'altra scultura simbolo di Vardo: si tratta del Drakkar-Leviathan, costruita nel 2016 da tre artisti locali del Gruppo Taibola Architectures. La struttura si trova su una collinetta dove spicca sullo sfondo del mare e a seconda delle angolazioni, ricorda un drakkar qui spiaggiato, lo scheletro di un leviatano, una balena e anche un dinosauro: la scultura ci porta fuori dal tempo con quello che ci circonda, il soffio del vento, il rumore delle onde, il movimento dell'erba.
Un posto assolutamente da visitare.
Segnala contenuto