Un aeroporto d' altri tempi...
Ultima tappa del mio viaggio in Groenlandia, Narsarsuak, nella parte sud del paese, tappa obbligata in quanto qui ci sono i resti del primo insediamento vichingo di Eric il Rosso. L’aeroporto non è piccolo, è piccolissimo e presenta una sola pista oltre ad una piazzola di atterraggio per elicotteri: quando si atterra, si scende sulla pista in una piana circondata di montagne e un piccolo capannone costituisce l’aeroporto: quello che colpisce immediatamente è l’assenza delle torri di controllo, perché qui tutto funziona come all'inizio della storia del volo, cioè ad occhio e grazie alla bravura dei piloti abituati non solo a questo, ma anche a viaggiare spesso in condizioni di tempo proibitive come per esempio -storm-, tempesta di vento e neve. Così, ho scoperto (per fortuna dopo) che Narsarsuak è uno degli aeroporti più pericolosi del mondo anche perché la pista si prende direttamente dal bordo del fiordo ed essa non è molto lunga: il traffico aereo comunque è molto ridotto, un aereo in arrivo e in partenza al giorno, ma non tutti i giorni della settimana, altrimenti le comunicazioni sono ridotte al mare in quanto non esistono strade di collegamento interno. Poichè l’aeroporto è l’unico per tutto il fiordo, da qui (e questo ogni giorno della settimana con diversi giri al giorno) partono gli elicotteri rossi della Air Greenland che collegano Narsarsuak con i paesi vicini, come per esempio Narsaq. L’interno dell’aeroporto è molto confortevole con una sala d’aspetto accogliente, calda e spaziosa anche perché il numero delle persone non è mai troppo alto. Un bar che è anche un piccolo negozietto, il duty free (spesso chiuso) completano il tutto. Quando si arriva da una a due ore prima a seconda che si tratti di un volo interno alla Groenlandia o un collegamento con Keflavik (Islanda), si va immediatamente al check-in in quanto il volo di solito è l'unico, magari per tutta la giornata. All’uscita non ci sono taxi: c’è un servizio di un’agenzia locale (Blue Ice) con collegamento via mare coi paesi vicini e in alternativa il pullman dell’unico albergo (tra l’altro bellissimo) a 400m dall’aeroporto. Un’esperienza piacevole e di...altri tempi… Ah, dimenticavo la presenza di due cacciatori americani di cui uno ha presentato il proprio fucile di alta precisione e l’ha potuto portare con sé in cabina...
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