Insulso, come la protagonista!
Facendo un giro al mercatino dell'usato, qualche settimana fa ho acquistato "Amori a progetto" scritto da Tiziana Merani, pagando la pratica e leggera edizione tascabile soltanto 1 euro.
Sono stata attirata dal prezzo basso, il formato pratico e veloce da leggere ma soprattutto dalla copertina rosa confetto che raffigura un velo da sposa ed un paio di scarpe bianche da cerimonia un po' demodè.
Mi ha ispirato simpatia ed anche la trama sul risvolto di copertina lo descriveva come un romanzo in cui si sarebbe compiuto un viaggio al fine di scrivere un libro di cucina.
Elementi interessanti quelli del viaggio e della cucina, così come il fatto che un'impresa del genere fosse compiuta dalla classica ragazza della porta accanto.
Il libro è composto da 282 pagine di cui 5-6 finali di contenuti speciali che non ho letto.
Nonostante il potenziale, questo libro è davvero illeggibile.
C'è chi lo definisce "imbarazzante" in una recensione e mi trovo perfettamente d'accordo.
La protagonista è Francesca che a pochi mesi dalle nozze non ha praticamente organizzato nulla e si ritrova a dover aiutare sua madre a mettere insieme una serie di interviste in giro per le capitali europee con personaggi illustri del panorama gastronomico ma il libro è davvero scritto male.
Si capisce chiaramente che il libro vuol far ridere per forza e non ci riesce neanche una volta.
Francesca è semplicemente irritante, imbranata, strampalata.
Mi vergognerei ad avere un'amica così stupida ed altrettanto stupide sono le sue tre amiche.
Non mi riconosco in nessuno dei personaggi femminili del libro e compatisco il povero Giovanni, futuro marito di Francesca a dover sopportare una pazza del genere.
La storia è cucita alla bell'e meglio perchè non c'è nessun elemento che attira il lettore a continuare a leggere e leggere fino a perdere la cognizione del tempo.
Le avventure in giro per l'Europa sono scritte infilando un disastro dietro l'altro come quando Francesca intervista il lattaio anzichè lo chef una volta arrivata a Parigi o decide di comperare 10 cesti in Portogallo da trascinarsi in giro per tutta la città.
E' un libro che non fa ridere perchè è scritto senza emozione, senza coinvolgimento.
Non c'è una situazione che da normale diventa paradossale, ma è tutto un paradosso che si sussegue.
Sembra che la protagonista ci faccia apposta ad infilarsi nei casini come quando decide di tagliare i capelli ad un passeggero della nave che l'ha portata in Portogallo pur non sapendo fare la parrucchiera o quando si ostina a nascondere al fidanzato di frequentare un corso di flamenco quando non ci sarebbe nulla di male ad andare a lezione anzichè comportarsi come un'idiota e tentare di nascondersi.
Senza contare che sarebbe stato bello avere una panoramica del Portogallo e di Parigi.
Qualche sprazzo di descrizione parigina per far sognare il lettore è sempre piacevole, così come sarebbe stato quasi fiabesco perdersi nei meandri di un'antica confetteria portoghese dove Francesca va a fare un'intervista e come una cretina fa una grandissima figuraccia.
E' davvero insopportabile questo dover scatenare la risata senza creare una situazione comica spontanea.
Non è facile scrivere un libro comico.
Ci sono scrittrici che lo sanno fare alla perfezione, altre tipo la Merani che non sanno davvero da che parte cominciare!
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