Da principesse a gran duchesse
Il mio lato principesco non può non amare i film d’animazione, soprattutto perché, non sono una prerogativa dei soli bambini. “Anastasia” è forse uno dei film d’animazione più impegnativi che io abbia mai visto nonostante la durata di 94 minuti. Arrivò nelle sale italiane nel 1998 e rimanda alla Russia del 1916 durante un ballo in onore dell’ascesa dei Romanov, organizzato dallo zar Nicola II. Anastasia, una gran duchessa, riceve quella sera un prezioso dono dalla nonna imperatrice madre: un carillon con una chiave che reca l’incisione “insieme a Parigi”. In quel preciso momento però, un potente stregone fa irruzione al ballo giurando morte. Nonna e nipote scappano con l’aiuto di un giovane ragazzo, Dimitri, proprio quando, nella fuga, lo stregone stava per afferrare la piccola Anastasia per ucciderla. Le strade delle due si dividono dove, a causa di un incidente Anastasia batte la testa e perde la memoria, mentre la nonna si ritrova a Parigi. I due giovani sono destinati a ritrovarsi in una densa avventura di recupero della memoria, di amore appena nato e di riavvicinamento con la famiglia dove, alla fine, Anastasia di nuovo con l’aiuto di Dimitri, riesce a spezzare la maledizione dello stregone condannandolo per sempre. Ciò che più mi è piaciuto sono state le diverse colonne sonore ed una storia non convenzionale da seguire con attenzione.
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