El Burrito
Ariel Ortega è da sempre detto El Burrito che tradotto in lingua italiana significa asinello.
Questo nomignolo è dovuto alla sua andatura caracollante simile al passo di un asinello.
Fisicamente si tratta di un giocatore molto minuto che non arriva al metro e settanta di altezza, dotato però di grandissima classica e straordinaria tecnica di base. Onestamente ne ho visti pochi in grado di fare determinate giocate, e lui era una di questi senza ombra di dubbio.
Il suo problema, secondo me, è stato quello di essere considerato sin da subito come l'erede di Diego Armando Maradona.
Questo lo ha probabilmente caricato di responsabilità e cosi' non è riuscito ad ottenere in carriera i risultati che la sua grande classe avrebbe meritato.
Ha vinto ben 7 campionati argentini ma poteva, in tutta onestà, fare di più specie in Europa dove è arrivato, da giovane, nel Valencia.
In Italia ha giocato una buona stagione con la maglia della Sampdoria, giocò tutto l'anno e segnò 8 reti alcune bellissime come quella in pallonetto all' Inter di Pagliuca o le punizioni contro la Juventus ed il Milan ma, purtroppo, quell'anno la Sampdoria retrocesse e lui venne spedito al Parma. Chissà magari con un epilogo diverso anche la sua carriera avrebbe potuto svoltare, ma non lo sapremo mai.
In terra emiliana probabilmente non si ambientò e giocò pochissimo senza entusiasmare. Vinse con i gialloblù una Supercoppa Italiana ma non da protagonista.
A questo punto iniziarono i suoi trasferimenti in giro per il Mondo fatti da tanti ritorni al River Plate e burrascosi addii.
Giocò persino in Turchia ma non volendo continuare l'esperienza in terra turca non si presentò più agli allenamenti e venne squalificato e multato pesantemente dalla Fifa. . A questo punto si ritirò ma poi ritornò a giocare seppur frenato dai gravi problemi di alcool che ne pregiudicarono in parte l' impiego costante.
In Nazionale ha giocato oltre 80 gare segnando poco meno di 20 reti.
E' riusciuto a partecipare a ben 3 campionati del Mondo, ha rischiato persino di partecipare al quarto mondiale nel 2010 ma poi Maradona, allenatore argentino dell'epoca, lo tagliò dai convocati preferendo altri calciatori più giovani.
Secondo me in carriera avrebbe potuto e dovuto fare di più, forse avrebbe avuto bisogno di una guida forte capace di fargli fare una vita da atleta ed aiutarlo dal punto di vista psicologico ma è solo una mia idea che non pretendo che sia condivisa da tutti.
Io l'ho amato in quanto i giocatori divertenti e fantasiosi mi sono sempre piaciuti, sono quelli per cui si dice che una loro giocata vale da sola il prezzo del biglietto d'ingresso allo stadio.
Mi dispiace averlo potuto vedere per poco tempo in Italia, sapeva fare dei dribbling veramente belli, irresistibili, emozionanti ed esaltanti.
Calciava in modo magistrale i calci di punizione con tiri ad effetto spettacolari, era ottimo come sfornatore di assist per i compagni di attacchi e secondo me, se Montella non si fosse infortunato in quell'unica stagione in cui hanno giocato insieme, avrebbe segnato insieme molti più gol.
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