Opinione su Azur e Asmar: Una meraviglia dell'animazione

Una meraviglia dell'animazione

17/02/2019

Vantaggi

Colori, storia, significati, regia

Svantaggi

No


Lungometraggio animato del 2006 diretto da Michel Ocelot, che già era diventato famoso per Kirikù e la strega Karabà.
L'integrazione culturale e la finestra su altri popoli, che siano mediorientali, africani o altro, è sempre stata il pilastro dei lavori del regista e ci offre in questo cartone animato una bellissima storia di incontro e collaborazione di due culture, rappresentate dai protagonisti Azur e Asmar.
Siamo più o meno nel medioevo e Azur è il figlio di un nobile europeo, che lo affida alle cure di diversi precettori e della nutrice Jenane. Ella ha un figlio, Asmar, a cui parla in arabo e che cresce insieme ad Azur come fossero fratelli, raccontando a entrambi la storia della Fata dei djin. Tuttavia il nobile vecchio e ottuso decide di cacciarla via e Azur, una volta diventato un uomo, decide di partire per il paese di Jenane col proposito di liberare la fata delle storie. In questo paese mediorientale così colorato e così diverso farà un sacco di incontri e dovrà passare attraverso diverse prove e avventure per raggiungere il suo scopo.
La struttura narrativa ricorda tantissimo le fiabe classiche occidentali o quelle delle mille e una notte, con tanto di tre chiavi, porte fra cui scegliere, mendicanti e saggi che offrono aiuto ecc. Per questo secondo me può essere apprezzabile dai bambini, ma lo consiglio decisamente anche agli adulti perchè questo film ha un sacco di aspetti positivi. Ha una grafica decisamente spettacolare, con tutto il tripudio e i contrasti del medioriente, delicata e finissima nel più piccolo dettaglio, con 3D che viene mischiato col 2D e crea un panorama innovativo nel mondo dell'animazione. Poi c'è l'aspetto del multiculturalismo (senza buonismo e grazie al cielo senza politicizzazione!), della reciproca tolleranza, del mutuo aiuto con le risorse intellettive e pratiche che ognuno possiede per raggiungere uno scopo comune. Ci sono tantissimi temi, dal potere femminile alla famiglia, all'inseguimento dei propri sogni.
Il ritmo è anche molto buono rispetto a Kirikù e quindi la visione fluisce via tra inquadrature una più perfetta e colorata dell'altra, fino alla scena del "ballo" finale che vi lascia con la bocca aperta. Per me non c'è una sola cosa che non funzioni e invito chi non l'abbia visto a rimediare.

Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.

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exelidin

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