Un libro da fare a pezzi!
Candace Bushnell si conferma per la seconda volta una delle scrittrici che meno preferisco.
Tanti anni fa avevo acquistato "Lipstick Jungle" abbandonandolo più o meno alla trentesima pagina perchè non sopportavo più tutte quelle volgarità.
Portato al mercatino, chissà se lo hanno venduto a qualcuna più spregiudicata di me.
Proprio oggi ho finito di leggere "Bionde a pezzi" un altro mostro dell'editoria d'oltre oceano, che è un'offesa definire libro dato che ci sono tanti scrittori che si meritano di essere definiti tali per aver scritto romanzi, racconti, saggi ed opere encomiabili.
Poi c'è Candace Bushnell che con le sue protagoniste fatte di psicofarmaci e cocaina pensa di far ridere, divertire o non so esattamente che messaggio pensa di lanciare con questo ammasso di parole e inutile spreco di carta.
Se avessi una figlia adolescente le strapperei di mano questo romanzo, io che non sono più adolescente da qualche anno mi sono sbrigata a finirlo perchè ho talmente tante letture da affrontare che non ho tempo da buttare via.
"Bionde a pezzi" mi è stato regalato da una mia collega.
Solitamente i chick lit mi piacciono molto.
Se scritti bene sono spassosi, graziosi, strappano risate e ti fanno volare con l'immaginazione in posti da sogno.
Al contrario di quello che si pensa però non è un genere letterario facile perchè è facile cadere nel ridicolo e nel patetico.
Regina incontrastata del chick lit è senza alcun dubbio Sophie Kinsella ma ce ne sono anche altre di scrittrici molto brave.
Parlo al femminile perchè gli uomini non si sono ancora cimentati in questo genere che probabilmente non è alla loro portata.
E poi c'è Candace Bushnell che non ne azzecca una.
Ho pensato che magari sono io a non capirla.
Sarò perbenista, moralista, bigotta, ho perso il senso dell'ironia?
No.
Sono andata a dare un'occhiata a varie recensioni online e non ce n'è una positiva.
Le più generose hanno votato con due stelline su cinque questa roba (perchè non me la sento di chiamarlo libro), tante altre tra cui la sottoscritta pensano che una stellina è più che sufficiente.
"Bionde a pezzi" è diviso in tre parti più uno pseudo racconto senza senso per un totale di 317 pagine.
Ogni parte racconta la storia di una donna, le cosiddette bionde a pezzi del titolo.
Janey, Winnie e Cecilia sono donne ricche, americane, sopra la trentina che potrebbero avere tutto ma in realtà non sono felici, eternamente insoddisfatte di ciò che hanno e ciò che non hanno.
Janey non si decide a trovarsi un lavoro perchè preferisce rimorchiare uomini ricchi con cui passare un'estate da sogno preferibilmente in una lussuosa dimora negli Hampton.
Non si definisce una poco di buono perchè semplicemente pensa di poter ottenere tutto quello che vuole, estate da favola in primis.
Attorno a lei è un vorticare di uomini strampalti, feste in cui scorrono fiumi di alcool ed eroina, pervertiti e viscidi che in cambio di denaro è chiaro quello che vogliono da lei.
Winnie al contrario di Janey è sposata ed ha un bambino.
La sua vita è scandita da una sequela di abitudini sempre uguali tra loro.
La sua ossessione è la carriera e non sopporta più suo marito che ritiene essere diventato un buono a nulla capace di combinare solo guai o semplicemente viene accusato di non fare quello che lei dice.
Per fortuna ci pensa il bel Tanner a far calmare quest'odiosa acidona.
Cecilia è quella che nell'alta società newyorkese è definita la Principessa.
Bellissima e ricchissima, sposata con un uomo che erano in tante a contenderselo, non fa altro che ingurgitare psicofarmaci, alcolici e strisce di cocaina, disdegnando il cibo e qualunque impegno quotidiano in nome di un'insoddisfazione personale che la perseguita.
Passa le giornate non facendo nulla, dormendo e sniffando.
Belle donne vero?
Vi piacerebbe essere come loro?
Bè io ho esattamente capito cosa non voglio essere nella vita.
Janey è una cinica opportunista, Winnie acida e sprezzante, Cecilia un'ingrata.
Nessuna di queste donne incarna un'ideale di persona che vorrei essere e per fortuna non conosco nessuno che sia così dannatamente odioso come loro tre.
E' un libro veramente squallido, che non fa ridere, non fa riflettere, non è spassoso.
Ti aspetti sempre che succeda qualcosa, che almeno una delle tre abbia una possibilità di redenzione, che prima o poi si accorga che la vita è bella ed invece puntualmente alla fine di ogni racconto ti trovi con un pugno di mosche sperando che il meglio deve ancora venire.
E quando finalmente il libro finisce ti rendi conto che il meglio sarà sicuramente il libro che leggerai dopo!
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