In aereo, come nella vita, può succedere di tutto!
Di questo libro mi è piaciuto subito il titolo e la copertina.
Adoro il caffè, ogni mattina bevo una tazza di tè bollente, mi hanno ispirato simpatia le due graziose hostess raffigurate su uno sfondo rosso bordeaux.
Così ho deciso di scambiare questo romanzo sul sito sito di scambi che frequento da anni.
Venivo dalla lettura di un lunghissimo romanzo che mi era piaciuto moltissimo, dunque molto difficile da rimpiazzare.
Ed infatti non sono riuscita a rimpiazzarlo.
“Caffè, te, me?” è un romanzo scritto da una coppia di hostess che sotto gli pseudonimi di Rachel e Trudy ci raccontano a mo’ di pettegolezzo la vita in aereo durante i viaggi, nella cabina di pilotaggio, nella cucina di bordo, nella scuola per hostess e nel tempo libero in giro per gli Stati Uniti attendendo il volo successivo.
Rachel e Trudy sono originarie di due sperduti paesini statunitensi ed ad un certo punto della loro vita sentono il bisogno di andarsene, di cambiare aria.
Si iscrivono così alla scuola per hostess e lì si conoscono.
Nasce da subito una grande amicizia che le rende inseparabili all’interno della scuola ed anche nella professione dato che arruolate per la stessa compagnia aerea viaggeranno sempre insieme.
In 373 pagine Rachel e Trudy attraverso piccoli racconti suddivisi in 23 capitoli ci raccontano dunque la loro vita come hostess con tutte le tipologie di clienti che si possono incontrare dal bambino urlante al vecchio pervertito che fa gli occhi dolci alle hostess ventenni, passando per i ricconi che credono sia tutto dovuto, alle signore terrorizzate che l’aereo cada.
Non solo lavoro per Rachel e Trudy.
Ripercorreranno per noi serate e feste, corteggiatori di tutti i tipi alcuni respinti altri no.
Essere hostess negli anni 60 infatti era uno status symbol. La hostess era un simbolo sexy che emanava fascino e libertà, una preda assolutamente da catturare.
Le hostess erano sempre belle e sexy e se Rachel e Trudy non hanno mai accettato certe proposte … bè alcune loro colleghe sì.
I racconti così si fanno un po’ più piccanti ma niente di volgare o trash, solo qualche piccolo segreto svelato di hostess che tra l’altro non erano neanche così simpatiche.
Parte così anche una carrellata di personaggi maschili più o meno giovani con le loro fisse, le loro tecniche di abbordaggio, i loro sogni più o meno proibiti nei confronti delle hostess stesse.
Le protagoniste assolute sono proprio Rachel e Trudy e me le immagino esattamente come nella copertina: una bionda ed una mora, piccoline di statura, perfettamente pettinate, un trucco semplice, visini graziosi e belli, strette in una perfetta uniforme.
Non compaiono solo loro ovviamente nel romanzo ma tutti gli altri personaggi sono meteore, viaggiatori compresi che compaiono per poche righe e basta. Di alcuni non si fa neanche il nome.
Quelle che vedremo più spesso al centro di vari episodi sono le altre hostes.
Betty la Tettona procace e truccatissima in stanza con loro alla scuola per hostess e poi loro collega in alcuni voli, Rhonda così disperata di non poter vedere il suo fidanzato per colpa di un atterraggio di emergenza da consolarsi con il comandante, Sally Lu che piangeva sempre durante le lezioni perché le mancava il fidanzato, Sandy che arrotonda con alcuni lavoretti, Janis Pool accusata di essere una spia.
E non possono mancare gli stew – bum ovvero sia gli uomini con una vera e propria fissa per le hostess che corteggeranno le nostre protagoniste durante la loro permanenza nello stew – zoo di New York.
Quello che mi piace di Rachel e Trudy è il loro essere sempre allegre e graziose ma licenziose e gatte morte con gli uomini.
Bellissima la loro amicizia che va al di là dell’ambiente di lavoro dove si aiutano tra colleghe.
Sono inseparabili anche nel tempo libero, vere confidenti e si capisce che tra loro c’è tanto affetto ed un grande rapporto di fiducia.
Questo è forse l’unico bel messaggio che traspare dalle pagine di questa storia, oltre a volerci far capire che nonostante la loro bellezza e procacità non tutte le hostess cadevano nelle grinfie degli uomini che pur di possederle erano disposte a pagare.
Lo stile del libro è scorrevole e adatto a svagarsi.
Non si muore dal ridere ma comunque è un libro che si legge piacevolmente.
Ogni capitolo si apre con un’immagine stilizzata delle hostess in bianco e nero: immagini che a me sono piaciute moltissimo per il loro fascino un po’ vintage.
La storia dunque è carina, niente di particolare.
Una classica lettura da ombrellone o quando si ha un po’ di tempo da perdere e non ci si vuole impegnare con libri più impegnativi.
Se dovessi consigliarlo direi di no perché non è una di quelle storie divertenti e frivole che però poi per qualche motivo rimangono impresse nella mente.
Una lettura leggerina e trascurabile, niente di che.
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