Un crescendo di violenza
Non mi piacciono per nulla i thriller, al contrario del mio compagno che invece li guarda sempre volentieri.
Così ieri sera, non ricordo precisamente in qualche canale del digitale terrestre per fortuna gratuito, ha scovato questo film girato negli Stati Uniti nel 2011, intitolato "Cani di paglia".
E' la storia di due coniugi che tornano al paese natio di lei per permettere a lui di scrivere la sceneggiatura di un film ed avere la giusta ispirazione.
Al loro arrivo nella vecchia casa di famiglia, il paesaggio si presenta ameno, la casa antica e deliziosa.
C'è solo da riparare il tetto del vecchio fienile e vengono ingaggiati degli operai che in teoria sarebbero anche dei vecchi amici.
Vecchi ma non cari.
Il film è un crescendo di liti, incomprensioni, violenze che sfociano nelle scene finali in una scarica di proiettili, botte da orbi ed addirittura un incendio.
Morte, sangue, liti furibonde non fanno proprio per me.
E' un film angosciante dove la sola mimica facciale degli attori rende bene l'idea della ferocia dei personaggi che devono interpretare.
Come se non bastassero, sono state inserite scene di caccia al cervo in cui spara agli animali ed uno stupro che in un tripudio di violenza di questo genere si potevano evitare eccome.
Sono andata a dormire con una grande angoscia e non consiglio questo film davvero a nessuno.
Segnala contenuto