Dalla fine del mondo...
Capo Horn è la punta estrema della Terra del Fuoco al sud dell’America: di fronte c’è solo l’Antartide e il tratto di mare che lo fronteggia è uno dei più pericolosi del mondo per i terribili venti antartici, per le correnti che provenendo dal Pacifico e dall’Atlantico si scontrano qui con tempeste a non finire. Tutto questo evoca il nome Capo Horn e questo si trova nel libro, una serie di racconti legati tra loro dalla presenza di una natura dominante, terribile, primitiva, meravigliosa e pericolosissima nello stesso tempo. Il mare coi suoi venti, le tempeste, le onde inquiete, le rocce della costa estremamente pericolose per ogni tipo di navi che qui spesso affondano, la pampa che diventa sempre più arida con erba secca che però è la base per l’allevamento delle pecore...In questo ambiente ostile sono pochissimi gli abitanti, quasi tutti uomini che si muovono tra mille difficoltà, non ultima la solitudine e il clima difficile da sopportare. I racconti raccolti nel libro hanno come protagonisti marinai, allevatori, cacciatori. Indimenticabili certe scene come quelle in cui nella tempesta il protagonista si vede di fronte un enorme iceberg e sulla punta di esso, immobilizzato dal ghiaccio, un cadavere con un braccio teso, quello che altri avevano creduto un fantasma. Terribile la storia di un uomo che si è trovato una moglie che ha avuto il coraggio di seguirlo laggiù, ma che per la pazzia conseguente alle difficoltà incontrate, alla fine la uccide in modo orribile. Insomma, una serie di storie di amore, solitudine, amicizia e natura, assolutamente consigliato.
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