Opinione su Cazzi vostri io domani vado in Svizzera: le scritte delle schede nulle - Gian Marco Chiavari: Raccolta di scritte sulle schede elettorali

Raccolta di scritte sulle schede elettorali

06/07/2016

Vantaggi

qualche spunto di riflessione

Svantaggi

noioso


Siamo nel 1994, subito dopo il terremoto politico/sociale che sconvolse l'Italia: tangentopoli. Arresti, fughe all'estero, dimissioni e un'intera classe politica da rifare.
Tempo di elezioni tra malumori, perplessità su chi e cosa votare, dubbi e soprattutto una profonda, intesa e diffusa incazzatura.
E lo si capisce subito, a scrutini conclusi: più di 3 milioni di schede nulle per la camera dei deputati e 2milioni e settecentomila al senato, mentre le schede bianche, sommando le due camere, superano i 3.000.000. Aggiungendo anche chi non è andato a votare il quadro si fa ancora più desolante.

Il totale dei voti mancanti e non validi è del 24,8% per la Camera e il 26,4% per il senato. Cifre altissime che fanno riflettere anche se questo libro non vuol fare alcuna analisi politica o sociale sugli effetti di Tangentopoli.

Cazzi vostri io domani vado in Svizzera è una raccolta delle frasi scritte sulle schede nulle e i disegni trovati su di essi. L'autore ha suddiviso le prime in 12 gruppi: sentenze (È l’ora di finirla, vergognatevi), patriottismo (anche se vista la gran quantità di frasi inneggianti al duce avrebbero dovuta chiamarla nostalgia), sfiducia, inviti e invito (Quasi tutti coloriti), coprologia, sesso maschile (che quasi sempre si è rotto e per ovvi motivi), sesso femminile (in questo caso è un tripudio di viva la ....), fede (Vota Gesù), post tangentopoli (Una delle più ricche. Poco fantasiosa, ma decisamente arrabbiata), costume (Con una buona dose di fantasia e ironia vedi Voglio più crema nei bomboloni), identità.
Per quanto riguarda i segni sono in gran parte scarabocchi, ghirigori e croci messe a caso. Chiude il libro una dissertazione lunga e alquanto noiosa dell'onnipresente Renato Mannheimer.
Il titolo ovviamente si rifà a una scritta trovata su una scheda, scelta forse per l'originalità.

Un libro senza pretesa alcuna, l'autore lo dichiara apertamente sulla quarta di copertina, tranne quella di mostrare uno spaccato italiano di quegli anni. Utile? Boh! Da leggere? Se ne può fare a meno secondo me.
E allora perché l'ho acquistato? Semplice, all'epoca avevo la fissa per i libri editi da Stampa Alternativa e noti al grande pubblico (almeno quello che ha più di trent'anni) come i MILLELIRE e ne ho acquistati parecchi. Il costo era una sciocchezza, le pagine da leggere poche, si poteva rischiare di prendere una cantonata leggendo qualcosa di noioso o poco interessante.

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