Interessanti informazioni alla tematica OGM
Un interessante libro che approfondisce il rapporto che c'è sul concetto di "natura" dei cibi, trattando argomenti legati sopratutto al tanto sospettato OGM. Chiarisce dei punti e delle definizioni, anche di stampo "politico" e normativo, che possono confondere l'opinione del "popolo".
Ciò è soprattutto causata da una normativa europea piuttosto arbitraria, dove in organismi cui hanno il genoma completamente cambiato, dopo interventi dell'uomo sulle piante, possono benissimo essere un "alimento ad agricoltura biologica". Mentre se ciò viene fatto con un singolo gene mutato (cosa che avviene piuttosto spesso, "in natura") quei dati alimenti/frumenti sono bollati con il tanto considerato antipatico "OGM".
Uno dei slogan del testo, è appunto che anche se una cosa sia "naturale", non significa che sia buona per l'uomo...
Il libro è si abbastanza tecnico, ma scritto in una maniera abbastanza informale in maniera tale da non esser troppo prolisso, o complicato. Personalmente ho saltato la lettura di un tot di pagine, perché per mie ricerche personali mi interessavano più che altri solo alcuni argomenti.
In realtà si parla molto di OGM e della genetica delle piante.
Speravo che si sarebbe spaziato più gli argomenti, come prime attese personali. Comunque delle curiosità interessanti le si possono trovare.
Esempio, il fatto che le carote centinaia di anni fa erano viola o gialle, come dimostrano pure i dipinti e gli scritti di certe epoche, ma dopo una mutazione in epoca moderna ci siamo abituato "dell'innaturale" color carota arancio...
Oppure, che il tanto acclamato grano "antico" Kamut tanto antico non è, e che in ogni caso, si
tratta di semplicemente un nome di un marchio registrato.
Come dire, un semplice nome commerciale di un grano...
Piuttosto retorico in qualche punto, ma trovo tanta "scienza", in generale retorica e pure relativa. Come quando si ha esaminato la relativa prospettiva scientifica sull'improbabilità che accada qualcosa, o che per l'appunto un dato alimento sia dannoso.
Insomma, è ovvio che qualsiasi cosa non c'è la probabilità a zero che avvenga/non avvenga. Personalmente, forse perché le correnti scientifiche non mi vanno molto a genio, ho trovato piuttosto superflui e tendenziose certe riflessioni.
Il capitolo che mi ha destato più l'interesse è quello sul riso, dato che ne sono ghiotto e tendo sempre dire che mangio meno riso di quanto vorrei.
Un pò mi ha anche innervosito sapere che il Venere è un prodotto del marketing simile al grano Kamut.
Un pò meno stupore è aver saputo che le varietà dei risi in commercio sono classificati in gruppi.
Ciò significa che un pacco di Vialone Nano, ad esempio, potrebbe esser in realtà un'altra varietà che viene legalmente commercializzata come "appartenente allo stesso gruppo". Simile in certi aspetti, ma comunque non è proprio l'identica "cosa". Fa riflettere sapere che si tratta di una cosa "tutta italiana", dato che in altri paesi ciò sarebbe frode alimentare.
Vengono citate vari articoli o servizi televisivi che hanno trattato certi argomenti connessi, dal più serio Report al faceto Gabibbo e Co.
Insomma, complessivamente una lettura interessante. Che comunque mi spinge comunque ad approfondire varie tematiche, come le "ombre" del biologico, ma anche questa semplice riflessione sulla relatività del concetto "cibo naturale", come pure della simile Cibo Tradizionale (insomma, dagli agrumi alle mele, dal riso al mais, non è che siano alimenti "nati" dalle nostre parti)...
Interessante, lo valuto con 4 stelle abbondanti.
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