Cosa poteva essere...
Domenico Morfeo cosa poteva essere se avesse avuto un carattere diverso? Per Mino Favini grande scopritore di talenti si tratta del più grande giocatore che sia riuscito a lanciare nel calcio che conta di serie A.
In effetti Morfeo, una ventina d'anni fa, era considerato l'astro nascente del calcio italiano e su di lui vi era aspettative enormi.
Era considerato infatti superiore sia ad Alessandro Del Piero che a Francesco Totti ma, purtroppo, rispetto ai due campioni di Juventus e Roma, aveva un carattere introverso e particolare che non gli ha permesso di ottenere i successi che, secondo me, la sua classe avrebbe meritato.
Era un numero 10 talentuoso, amante del dribbling, della giocata ad effetto e sapeva fare tanti e tanti assist ai compagni.
Alberto Gilardino, a Parma, deve a lui l'alto numero di gol segnati che gli ha permesso di andare al Milan e, poi, in altri club prestigiosi.
Morfeo ha esordito in serie A in modo pirotecnico, segnando 3 gol in 9 spezzoni di gara quando era appena diciassettenne.
Sembrava di essere di fronte al nuovo fenomeno del calcio ma, in seguito, ha saputo mostrare le gemme purissime della sua classe solo ad intermittenza e nelle squadre meno blasonate.
Il meglio di sè lo ha fatto vedere a Bergamo, a Parma, a Verona, mentre alla Fiorentina, al Milan ed anche all' Inter è sempre stato un comprimario salvo in rare occasioni in cui è riuscito ad assurgere a protagonista.
In Nazionale ha vinto, con l' Under 21 di Cesare Maldini, un europeo di categoia segnando il rigore decisivo contro la Spagna ma non è mai riuscito ad avere il privilegio e la soddisfazione di esordire con la Nazionale maggiore.
A me questo giocatore è sempre piaciuto, siccome ho sempre avuto una predilezioni per i giocatori fantasiosi e tecnici mi piaceva vederlo giocare.
Pur non essendo continuo sapeva impreziosire la sua partita con giocate ad alto quoziente di bellezza, per esempio faceva dei colpi di tacco stupendi e sapeva dribblare nello stretto come solo i grandi campioni sono in grado di fare.
Non segnava molti gol Mimmo, questo il suo soprannome, ma li faceva tutti belli spesso con pallonetti beffardi o tiri molto precisi ed angolati.
Era anche molto abile nel calciare i tiri di punizione, sapeva aggirare la barriera e mettere il pallone proprio all' incrocio.
Era un vero artista e a me dispiace che non sia a riusciuto a sfondare in pieno perchè aveva le carte in regola per diventare uno dei più forti calciatori italiani di sempre.
Peccato davvero.
A fine carriera lasciò il Parma per andare in serie B al Brescia, non era vecchio visto che aveva appena 32 anni ma, forse, era stanco del calcio ed infatti a Brescia non giocò mai in campionato e preferi' scendere di un'altra categoria per andare a Cremona dal suo amico Mondonico.
Anche qui giocò poco o niente e si ritirò dopo aver disputato, carriera, appena 256 partite con le maglie di club e 7 con l' Italia under 21.
Davvero poche partite.
Devo però dire che ha avuto, durante l'arco di tutta la sua carriera, parecchi infortuni specie di carattere muscolare che ne hanno pregiudicato l'impiego specie in periodi in cui si stava affermando.
A Verona giocò appena 10 gare mettendo a referto ben 5 reti ma poi si fece male e la sua stagione fini' li.
Siccome mi esaltava in campo gli do 10 come voto ma, per la classe che aveva, ha fatto meno di un terzo di quello che poteva fare da calciatore.
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