Potente...davvero potente
L'argomento dell'Espiazione è la letteratura stessa, ma è molto di più. Primo, lo scrittore è uno dei suoi personaggi; secondo, perché il romanzo di Ian McEwan crea un mondo in cui soggettività e oggettività interferiscono a vicenda. I personaggi sono pieni di vita e il linguaggio, anche se elaborato e sottile, non gira né si fa strada su se stesso.
La narratrice e protagonista, Briony Tallis, emerge nel principiante come un preadolescente che sogna di organizzare il mondo nei suoi testi, come nella commedia che sta scrivendo. Il suo amore per l'ordine, per la progettazione attenta secondo i suoi desideri viziati, si traduce in un impulso a scrivere che difficilmente dipende dal tema.
Il punto focale inizia in un giorno del 1935, Briony vede Cecily e Robbie in un gioco che culmina in una scena fatidica. Briony crede di vedere qualcosa che la turba profondamente. Lo sviluppo della storia non lascia che il lettore si fermi. Quando, in seguito, Lola viene violentata da un uomo che non è stato visto, Briony, senza alcun motivo, fa una "deduzione" di chi ha commesso il crimine.
Eccoci dunque nel territorio di Jane Austen, citata nell'epigrafe, o di Henry James, George Eliot, e tanti altri autori inglesi: tensione sociale contro stress sessuale, orgoglio e conflitti di pregiudizio, semplici incomprensioni che assumono dimensioni drammatiche. McEwan considera le semplici distorsioni che gli atti fisici, come la visione, possono subire quando offuscati da pregiudizi morali. Briony è attratta da Robbie e invidia in Cecily la sua indipendenza e, e nella sua ansia di cancellare i suoi difetti, ricrea il mondo a modo suo, soccombendo ai pregiudizi e minacciando la sua già ridotta capacità di accettare la realtà.
L'abilità di McEwan è molto nota, ma in Espiazione arrivò dove non era mai arrivato prima e dove pochi autori viventi - forse Coetzee, Philip Roth e pochi altri - riuscirono ad arrivare. La forza della sua narrazione deriva dalla sua trama e dalla sua grandezza, nonché dalla sua ricchezza e struttura. La storia è forte, ma chi racconta non è asservito alla sua gerarchia e al suo ritmo: è un soggetto che lo lascia fluire e, allo stesso tempo, sceglie i momenti e il modo per svelarne le parti. McEwan non ha bisogno di ricorrere alla frammentazione e al misticismo per affrontare la battaglia tra affetto e parola, tolleranza e libertà, uno scontro così evidente al giorno d'oggi.
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