Lontano dalle luci della ribalta
il nuovo film-documentario sulla vita di Tiziano Ferro, intitolato appunto Ferro (2020), è uscito da pochi giorni su Amazon Prime, ma io sono stato fortunato e l'ho già visto lo scorso in quanto rientravo in uno dei campioni per recensirlo in anteprima. Credevo di vedere qualcosa di noioso e vuoto ed invece, ho dovuto ricredermi: il film mi ha preso e l'ho visto con grande piacere, seguendo la vita di Ferro, raccontata in prima persona dallo stesso cantante mentre ripercorre la storia della sua vita dall'infanzia fino ad arrivare ad adesso quando ha raggiunto un equilibrio e l'accettazione del suo sé.
Ferro è un documentario davvero intenso, nato da un desiderio e da un'idea dello stesso cantante, dal bisogno di raccontarsi e in fondo di confessare come ha raggiunto la maturità e la tranquillità attuale, il tutto con la regia di Beppe Tufarolo.
Ferro dice subito di non aver avuto una vita facile in quando si ricorda quanto fosse escluso nel gruppo scuola e in genere dai ragazzi della sua età perchè troppo grasso e soprattutto per il senso di diversità che cominciava a rivelarsi. Quindi ecco la decisione, quella di aprirsi, proprio col cuore in mano, in modo da aiutare chi ha avuto o chi ha ancora problemi dello stesso genere che spesso possono portare anche alla depressione e al suicidio.
Il film non segue una linea temporale normale, ma va un po' avanti e indietro, muovendosi anche tra il passato con ricordi belli e brutti e la vita attuale più calma e tranquilla negli Usa (dal 2016) dove e si è sposato con l'uomo che ama.
Molto toccante il punto in cui sentì come un'incrinazione nella sua carriera o meglio nel suo io, come un qualcosa di falso nella sua vita: non riusciva più ad adattarsi anche ai consigli dei manager che volevano renderlo più magro, più virile nel modo di fare, nel modo di vestire, negli atteggiamenti, senza accorgersi però di creare una persona sempre più infelice. Dopo una profonda crisi e una discussione con le persone più vicine, Tiziano decise di svelare, accettandola pienamente, la sua omosessualità: questo outing fu per lui una vera liberazione e da allora a poco a poco, ha raggiunto una maggior maturità grazie anche all'aiuto della psicoterapia, all'atteggiamento positivo della sua famiglia, agli amici e poi all'uomo con cui ha scelto di vivere.
Insomma consiglio caldamente la visione di questo documentario ricco di sentimenti e che tocca la mente e il cuore di chi vede, viaggio nella vita privata e professionale di un uomo, semplicemente.
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