La vecchia e cara Hollywood
Hollywood è stata una mini serie conclusiva realizzata e diretta da Ryan Murphy e approdata in quel di Netflix la scorsa primavera. La storia era quella di romanzare alcune vicende realmente accadute durante il cosiddetto periodo d’oro del cinema americano e di rendere la storia quanto possibile più corale e politicamente corretta. Ryan Murphy di telefilm e storie corali del resto è un maestro, e ha diretto un gruppo di giovani attori, alcuni anche semi sconosciuti, che riescono a trasmettere tutta la fame di successo cui vogliono aspirare. Ci sono però anche volti noti, da Glee e Politician per citare due sue creature e il tutto risulta piacevole anche se decisamente molto romanzato. Sullo sfondo la storia di Rock Hudson e quella di uno dei talent scout più controversi e potenti degli anni Cinquanta. In una sorta di racconta meta televisivo e meta cinematografico si racconta della realizzazione di un film da parte di una casa di produzione di Hollywood e della volontà da parte del giovane regista e dello sceneggiatore di portare sul grande schermo qualcosa di completamente diverso. Dall’altra parte, oltre la cinepresa ci sono le storie degli attori, la ragazza di colore stanca di fare sempre le parti da cameriera, il belloccio che con impegno riesce a farsi notare, la bionda svampita che poi tanto sciocca non è. C’è anche spazio per colore che alla fine si occupano della produzione, dalla scelta del cast a coloro che si occupano di disporre budget e set. L’ho trovata una storia piacevole, decisamente moto romanzata che forse non ha tutto quel fascino che ci si sarebbe aspettati da una storia sulla vecchia Hollywood ma che tutto sommato intrattiene il giusto. Poi non da meno il fatto che sia completamente conclusiva la rende anche soddisfacente nella visione, senza voler allungare troppo il brodo.
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