Opinione su I sussurri della morte - Simon Beckett: Si legge ma.....

Si legge ma.....

14/04/2020

Vantaggi

un po deludente

Svantaggi

Sul finale ti aspetti qualcosa (essendo un thriller) ed in effetti accade. Solo per questo salvo questo libro che altrimenti sarebbe scarso


Atmosfera completamente diversa rispetto a quella del precedente romanzo: mentre in "Scritto nelle ossa" Beckett ci mostrava splendide quanto aspre cartoline dalle isole Ebridi, ne "I sussurri della morte" ci troviamo nel Tennessee, ma l'ambientazione è molto meno particolareggiata e si lascia campo aperto all'azione. Ritroviamo David Hunter, con il suo solito carico di problemi, a lavorare al fianco del suo maestro Tom Lieberman. Da sfondo una galleria di personaggi la cui caratterizzazione è solamente accennata, per usare un eufemismo. Del protagonista stesso si dice poco o niente: si fa cenno sempre agli stessi eventi del suo passato, non approfondendo mai in una minima introspezione. Gli altri personaggi sono comparse che si alternano sulla scena, non sappiamo nulla di loro a parte qualche piccola inclinazione che possono dimostrare nei dialoghi (in particolare Kyle, Summer e il profiler, Alex Irving): non conoscendo nulla di loro sarà particolarmente impossibile dare un senso proprio all'indagine e anche tentare di scoprire l'identità del serial-killer. Per quanto poco descritti riescono ad essere perfino stereotipati: il profiler piacione, il detective scorbutico, il saggio professore, l'assistente imbranato, la poliziotta scostante ma fascinosa. Perfino il protagonista assoluto, David Hunter, è decisamente più appiattito rispetto al romanzo precedente: sinceramente non capisco come possa avere tanta fortuna tra i lettori... mi sembra tanto banale... a partire già dal nome...
La vicenda è caruccia, anche se, come nello scorso romanzo, sa di già visto e già letto; le descrizioni sono ben fatte, ma sinceramente non mi hanno rigirato lo stomaco, né mi hanno terrorizzata più di tanto: semplicemente hanno richiamato alla mia mente qualche scena tratta da film (in particolare "Il silenzio degli Innocenti" o "Seven"); permettetemi una piccola digressione: per chi voglia spaventarsi e avere lo stomaco sottosopra, consiglio "Bambino 44" di Tom Rob Smith, poi ne riparliamo...!
Tutto sommato non è un brutto libro, solo non lo trovo molto significante: leggetelo (ecco, magari sotto l'ombrellone, senza avere troppe pretese) se vi è piaciuto "Scritto nelle ossa", ma non consiglio di iniziare da questo se volete conoscere questo autore. A questo punto mi manca "La chimica della morte" (il primo dei tre), incrocio le dita sperando di trovare qualcosa di più entusiasmante od originale.

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kira1992

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    ritmo, sviluppo, trama, suspance
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