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1 Opinioni per I vent'anni di Luz - Elsa Osorio
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  • little51
    I vent'anni di Luz
    opinione inserita da little51 il 14/06/2017
    Ho trovato per caso questo interessante libro girando in Internet: si tratta di un’opera di Elsa Osorio, precisamente -I vent’anni di Luz-. Ne sono rimasta semplicemente affascinata perché la storia che si rivela come un grande flashback, un bel salto indietro nel tempo, riporta la vita della protagonista a quella dei suoi genitori e questa a sua volta alla storia della loro patria, l’Argentina piombata negli anni Settanta nel buio di una terribile dittatura. Penso che la cosa più tragica della dittatura argentina non siano i morti la prigionia le torture le sparizioni, che in fondo hanno avuto fine pur avendo lasciato cicatrici incommensurabili, ma il fatto di cui nessuno si era reso conto all’epoca e che è saltato fuori non tanti anni fa e continua tuttora. E’ il caso di Luz, la protagonista del romanzo della Osorio: da sempre Luz ha avuto qualche sospetto circa il fatto di essere stata adottata, in quanto i suoi comportamenti e il suo modo di essere differiva troppo da quello dei presunti genitori, Ecco allora che Luz comincia un viaggio a ritroso cercando di ricostruire tutto quello che sa circa la sua nascita. A poco a poco, Luz raccoglie granello dopo granello e ricostruisce il puzzle della sua storia che non aveva mai pensato fosse così terribile. Oltre alle torture ai rapimenti alle persone imprigionate e uccise in massa senza processo, ecco una cosa di cui ancora pochi erano a conoscenza: i prigionieri che avevano figli piccoli o che partorivano in carcere, se li vedevano portare via. Essi non erano uccisi, ma potrei dire, regalati a quegli ufficiali o alle persone compiacenti col regime che non potevano avere figli loro e ne ricevevano uno in premio come se fosse nato direttamente da loro, senza nessun documento o altro che permettesse di ricostruire la storia. Questo è stato il destino di Luz che è stata presa e data a un ufficiale della dittatura e lei ne prova uno sconcertante orrore, un orrore che potrebbe immobilizzarla come quando vedi un pericolo e ti blocchi sotto choc ed invece ha la forza di partire per la Spagna dove secondo le sue informazioni vive un uomo che dovrebbe essere il suo vero padre. Luz con caparbia e tenacia riesce, quasi a mantener fede al suo nome, a far luce sul passato suo e dei suoi genitori e attraverso le testimonianze ricostruisce la storia di Liliana, la madre morta in uno dei carceri duri della dittatura. Penso che letture di questo genere siano importanti e che servano a scuotere le coscienza, per capire che tutto ciò che lede la dignità e la libertà di una persona porta ad orribili conseguenze. E la dittatura argentina non è altro che un simbolo, il simbolo di tutte le dittature, le tirannie, e che la democrazia dia l’unica forma di governo accettabile pur con i difetti che tutti riscontriamo. Cercando in internet proprio a proposito di questo romanzo, ho visto delle immagini di una durezza sconcertante, per esempio quelle che presentavano i desaparecidos ancora vivi buttati nell’Oceano da aerei enormi che aprivano la loro bocca di morte. Penso sempre al comportamento di Luz e all’eroismo con cui comincia le sue investigazioni: ancora oggi il discorso desaparecido in Argentina è un discorso scomodo che spesso ti fa il vuoto intorno e Luz avrebbe potuto lasciar perdere, in fondo erano passati vent’anni, era già sposata e avrebbe potuto continuare a vivere tranquillamente come aveva fatto fino ad allora. Ed invece Luz si lancia sulle piste che trova e vuole sapere perché solo la verità, ritengo, possa dare tranquillità alla coscienza al pensiero e alla vita.
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