Complesso
Calvino è un motore molto complesso, e con questo primo volume della Trilogia degli Antenati, ci regala un vero capolavoro sull'uomo moderno, pur essendo ambientato in epoca carolingia. Inserito all'interno dei cicli sui cavalieri di Carlo Magno, costruiti in gran parte dalla letteratura e spesso del tutto inesistenti, in questo romanzo il protagonista effettivo è semplicemente l'epica. Il cavaliere di cui si parla è soltanto una vuota armatura piena di titoli che si distingue negli eserciti di Carlo Magno, ma in realtà non esiste. Il romanzo parla del dissolversi nella letteratura e nella realtà, del sogno sugli antenati mitologici. Scritto con arguzia, con un linguaggio forbito, ma al tempo stesso estremamente lineare, che riesce a quale gustare lettore tutta l'atmosfera dell'epica carolingia, lo splendore della letteratura di genere, che per secoli ha affascinato chi si è perso tra le righe dell'Orlando Furioso e delle chanson de geste, perlopiù ovviamente letterati e studiosi annoiati nelle loro sale comode e chiarisce quanto questa sia del tutto vacua. Lo stesso tempo del personaggio viene ripreso spesso nella letteratura fantastica in cui un automa perfetto si scontra con il triste squallore della realtà e ne viene super fatto fino al suo ovvio dissolversi nel niente lasciando soltanto una marionetta senza vita. davvero uno dei migliori romanzi che abbia mai letto in tutta la mia vita.
Segnala contenuto