Una splendida estate!
C'è stato un periodo in cui ho letto parecchi libri di Banana Yoshimoto, scrittrice giapponese dallo stile inconfondibile, bibliograficamente molto prolifera.
Ho alternato i suoi romanzi con quelli di altri autori alternando di conseguenza tanti stili diversi e siccome era parecchio tempo che non leggevo nulla di suo, qualche settimana fa al mercatino dell'usato ho acquistato una copia de' "Il coperchio del mare" a soli € 2.
Era uno dei libri che volevo assolutamente leggere ma che non riuscivo a trovare e che mi ha sempre affascinata per il titolo e per l'immagine di copertina in un cui si intravede una ragazza giapponese intenta ad ascoltare il rumore del mare attraverso una grande conchiglia.
E' un racconto molto breve di sole 113 pagine che ho letto in 3 ore.
Non so, il giorno che ho acquistato questo romanzo ero estremamente entusiasta di averlo finalmente trovato e pagato pochissimo ma l'entusiasmo nel momento della lettura è scemato quasi subito.
Forse perché lo stile di Banana è sempre uguale, forse perché in questo periodo ho voglia di leggere storie diverse, più avvincenti, suggestive e pittoresche, fatto sta che ho trovato questo libro estremamente monotono e tutto uguale.
La storia è quella di due ragazze che da perfette sconosciute diventano amiche.
Una sta cercando il senso della vita ed ha aperto un chiosco di granite, dolce di cui è golosissima, l'altra sta attraversando un periodo molto triste a seguito della morte della nonna.
Incontrandosi le due ragazze passeranno una splendida estate insieme lavorando al chiosco, nuotando, osservando la natura, chiacchierando e riflettendo.
Nascerà un'amicizia profonda che porterà entrambe a fare progetti e a promettersi di rivedersi ancora nonostante l'autunno le separi per tornare ognuna alle proprie occupazioni invernali.
Una storia delicata e sottile che viaggia sempre tra la narrazione, la riflessione e la contemplazione.
Non che sia un brutto libro ma forse non era il momento giusto per leggerlo, non mi sono trovata nella stessa lunghezza d'onda di queste due giovani donne che avevano così tanta voglia di pensare e fare considerazioni filosofiche sulla vita.
Lo stile è scorrevole, i ragionamenti facilmente comprensibili e neanche tanto campati per aria anche perché in questo libro Banana abbandona la dimensione del sogno, dell'estasi, dell'immaginazione che utilizza in altri racconti a favore di un'ambientazione esclusivamente terrena, in un paesino di mare semi abbandonato dove c'è tanto bisogno di ricominciare a vivere.
Il libro si apre con alcuni versi che sicuramente non conoscerete e che imparerete a capire solo leggendo la storia.
Interessante in fondo al libro il glossario grazie al quale è possibile scoprire alcuni termini, usi e costumi della cultura nipponica.
Non è brutto ma neanche particolarmente bello!
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