Opinione su Il giardino dei Finzi-Contini - Giorgio Bassani: Quanto bene fanno certi romanzi

Quanto bene fanno certi romanzi

14/04/2020

Vantaggi

Quanto bene fanno certi romanzi, quanta saggezza racchiudono, quanto vissuto...

Svantaggi

personalmente non trovati


Quanto bene fanno certi romanzi, quanta saggezza racchiudono, quanto vissuto...

Le prime pagine sono un po' spiazzanti, divagatorie e descrittive, ma servono all'autore per introdurre elegantemente il romanzo, con uno stile da subito maestoso, dal registro elevato. Il sapore è quello di un buon vino invecchiato. Se fosse un film (il film di De Sica non l'ho visto, ma rimedierò quanto prima) sarebbe finemente patinato. L'introduzione procede a ritroso. Bassani rimuove con cautela la patina del tempo, partendo dalla visita alle tombe etrusche che il protagonista narrante compie in un tempo recente, procedendo al suo riandare con la memoria alla tomba monumentale dei Finzi-Contini e indietro ancora alla genealogia della famiglia ebraica e aristocratica.

Questa marcia funebre intima e solenne, è insieme preludio e già conclusione del romanzo. La tragica fine dei Finzi-Contini, deportati nei lager nazisti, viene resa nota da subito e verrà accettata da tutti i personaggi come ineludibile. Non ci sarà traccia di eroismo ma solo composta rassegnazione.

Poi si apre uno spiraglio soffuso, nebbioso di luce e parte la narrazione del protagonista, bambino, ebreo, nella Ferrara fascista degli anni '20 e la sua conoscenza della famiglia dei Finzi-Contini nella sinagoga che frequentavano.

Sono pochi episodi ma che rimangono impressi e quasi commuovono per la profondità dello sguardo di Bassani, come lo spiarsi reciproco del protagonista con Micòl, da bambini, tra gli spiragli della veste con cui i rispettivi padri avvolgevano i due, dai banchi contigui della sinagoga durante la cerimonia della benedizione. Oppure quando, qualche anno dopo, Micòl sorprende lui affacciandosi da oltre il muro delimitante la storica tenuta della famiglia nobiliare e lo invita a scavalcare con tutta la bicicletta, adoperando le tacche che lei conosceva a menadito. O ancora quando, dopo dieci anni, ormai studente universitario, torna ad entrare nel Barchetto del Duca, stavolta invitato dal fratello di Micòl, Alberto, per una partita a tennis, col pretesto che le leggi razziali entrate in vigore nel '38 avevano proibito la frequentazione dei circoli tennistici comunali agli ebrei.
Inizia così l'assidua frequentazione del protagonista coi Finzi-Contini e la sua graduale consapevolezza di essersi innamorato di Micòl. Lei così sveglia, disinvolta, leggera e moderna, lui così emozionalmente impacciato e inconcludente. Finirà per rinunciare, avendo sciupato le occasioni di intimità che lei sembra concedergli, sottraendosi però prima dell'eventuale conclusione. Una situazione classica descritta con l'accuratezza di uno psicologo, in cui rimane l'interrogativo se siano le differenze sociali o piuttosto l'indole opposta dei due giovani adulti, o entrambe le cose, a rendere incompiuta la loro relazione.

Gran libro! Un libro che fa bene a tutti, ma che tutti gli adolescenti dovrebbero leggere assolutamente. Recentemente ascoltavo un'intervista a Galimberti sul tema del disagio giovanile. Diceva che il miglior antidoto alla violenza e alla depressione è la lettura, in quanto fornisce degli esempi su come i personaggi di un romanzo affrontano certe situazioni difficili. Dando voce tramite le parole alle emozioni, il lettore impara a riconoscerle, categorizzarle (direbbe Kant), a farle “risuonare” interiormente e quindi a risolverle razionalmente. Chi non lo sa fare, non riesce a distinguere tra bene e male ed è più portato a reagire tramite il gesto violento, istintivo, non mediato dalla ragione.

Il protagonista del romanzo di Bassani ad esempio rinuncia a Micòl dopo aver parlato con il padre, ormai vecchio e stanco, ma saggio e buon consigliere, che gli esprime con le parole ciò che confusamente lui già sa, ma non riesce a vedere con chiarezza. Non l'avesse fatto si sarebbe arrovellato ancora a lungo, sarebbe caduto in depressione, magari avrebbe compiuto un gesto irrazionale (uccidere l'amata, l'amante di lei, se stesso?). Invece il suo farsi da parte ha preservato l'integrità e la dignità di tutti, specialmente di se stesso, non ha intaccato il magnifico ricordo dei giorni passati con Micòl e gli ha permesso di ricostruirsi a vent'anni una nuova vita.

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Altre opinioni degli utenti su Il giardino dei Finzi-Contini - Giorgio Bassani

  • blase
    opinione inserita da blase il 16/04/2020
    Il Giardino dei Finzi-Contini è sicuramente uno dei pochi libri che mi ha sorpreso. Inizialmente annoiato dalle dettagliatissime e accuratissime descrizioni, che personalmente non amo, ma che devo ric...
    Continua a leggere >
    Libro assolutamente da leggere anche se non facile ma ne vale la pena.
    personalmente non trovati
  • wilding
    opinione inserita da wilding il 10/04/2020
    Il giardino dei Finzi-Contini, l'opera più nota di Bassani, ha avuto una "Iunghissima incubazione", in quanto un primo abbozzo risale al '42: a vent'anni prima, cioè, della pubblicazione del libro, L'...
    Continua a leggere >
    100%
    Un capolavoro
    -
  • lolaconiglio
    opinione inserita da lolaconiglio il 26/11/2019
    Mi ero imbattuta in un brano di questo romanzo quando frequentavo le scuole medie, perchè presente nella mia antologia di letteratura. Curiosa di leggere il resto, anni dopo, cioè quando ne ebbi la po...
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    100%
    adatto a studiosi
    può risultare pesante, stancante e poco comprensibile, specie per ragazzini
  • sissibelads
    opinione inserita da sissibelads il 21/06/2017
    Anche questo appartiene ai classici romanzi che ci propinano al liceo, ma a differenza dei veri "classici" questo manca proprio di spessore e non regge minimamente il confronto. La storia è piuttosto ...
    Continua a leggere >
    un classico
    soppravalutato
  • mask
    opinione inserita da mask il 22/02/2016
    Ricordo che lessi "Il giardino dei Finzi-Contini" dopo la forte impressione che ricevetti dalla visione del film omonimo. Esso era di ottima fattura, ma non meno avvincente risultò la lettura del roma...
    Continua a leggere >
    Per una conoscenza della storia d'Italia, e per le suggestioni emotive del romanzo.
    Nessuno.